Venerdì 21 febbraio 2014 si è svolta, nell'oratorio di San Martino al Tagliamento (PN) la conferenza "Legge 40, Fecondazione assistita e Uteri in affitto". L’incontro è stato il terzo organizzato dalla comunità di San Martino con Pro Vita ONLUS (dopo gli eventi del 7 e 8 febbraio).
Dopo l’introduzione di Don Angelo Grillo, è intervenuto Alessandro Fiore, della redazione Pro Vita, sul delicato tema della fecondazione artificiale.
Davanti a un pubblico che riempiva la sala parrocchiale, il relatore ha prima delineato il quadro normativo risultante in Italia dalla L40 del 2004 ed ha poi evidenziato le problematiche bioetiche essenziali inerenti alla pratica della fecondazione artificiale: la separazione delle due dimensioni unitiva e procreativa del rapporto coniugale e la “reificazione” del concepito, che non è più il frutto e il termine di un atto di amore sponsale, ma il “prodotto” di una tecnica di laboratorio. L’embrione, non più “procreato” ma prodotto come un oggetto, vede così fortemente svalutata la sua dignità intrinseca. Altri problemi etici si aggiungono a quelli essenziali: dalla deliberata “condanna a morte” di centinaia di migliaia di embrioni soprannumerari alle pesanti conseguenze psico-fisiche sulla donna, tutto ciò per ottenere il figlio che da dono è diventato oggetto di un desiderio-diritto.
Infine si è sottolineato come i principi posti dalla fecondazione artificiale, cioè la possibilità di disporre con la tecnica della vita altrui e la riduzione dell’embrione umano a oggetto-prodotto pongano le premesse per pratiche bioetiche sempre più aberranti: dalla fecondazione omologa a quella eterologa, agli uteri in affitto (pratica in base alla quale il “prodotto del concepimento” è davvero l’oggetto di un contratto, da consegnare, al termine della gravidanza, alla coppia che ha commissionato il bambino), e infine agli esperimenti di xenogravidanza e utero artificiale.