“Quanti sono i “generi” sig.ra Boschi?”(generi, non sessi!);"No all’educazione gender di Stato!";"I primi educatori dei nostri figlio siamo noi! Firmato: i genitori” (o la famiglia); “Famiglia = società naturale fondata sul matrimonio. Art. 29 Cost.”; “Come Ministro quanto hai fatto per promuovere le adozioni gay?”
Questo il tenore dei volantini che hanno accolto Maria Elena Boschi a Salorno, cittadina in provincia di Bolzano dove la ex ministro si è recata ieri, 10 febbraio, per farsi propaganda elettorale.
Da ministro, la Boschi si è recata in visita al Pride Village di Padova dove ha avuto parole di elogio per i libri per bambini impregnati di ideologia gender che purtroppo circolano in molte nostre scuole: «Sono libri molto belli».
E’ stata una promotrice accanita della legge Cirinnà, e ha sempre confuso nella sua azione politica e istituzionale le “pari opportunità” con l’indifferentismo sessuale.
Del resto le miriadi di progetti ideologici e fuorvianti che sono stati introdotti nelle scuole, si sono basati proprio su questa confusione: con il pretesto di educare all’uguaglianza e di combattere le discriminazioni, il bullismo, la violenza sulle donne o i cattivi stereotipi, promuovono l’ideologia che vorrebbe gli esseri umani svincolati dal sesso biologico che gli appartiene fin dal concepimento e “liberi” di scegliere (e cambiare) il genere che più gli aggrada. Vorrebbe l’equiparazione di ogni devianza sessuale e vorrebbe la qualifica di “famiglia” per ogni tipo di convivenza. Per tali obiettivi, pripritaria è l’educazione sessuale volta alla sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini.
Per questo i maestri fanno vestire i maschietti da femmine e viceversa, fomentando il transgenderismo e la disforia di genere tra i bambini.
Gli abitanti di Salorno, tra cui diversi attivisti di ProVita, hanno fatto capire civilmente e democraticamente alla signora Boschi che tutto questo a loro non va a genio. Hanno distribuito i suddetti volantini a tutti i politici intervenuti finché non sono stati fermati dalla Digos: si sa in certi casi le pari opportunità e il confronto democratico sono un po’ strabici.
Redazione