Il 7 Settembre 2013 il Comitato No 194 e l’Associazione Ora et labora in difesa della Vita riprendono l’appuntamento bimestrale con ‘Le 9 ore di Preghiera‘ davanti a numerosi ospedali italiani in cui si pratica l’interruzione di gravidanza e pregheranno a favore della vita e contro ogni strage di innocenti.
Madre Teresa di Calcutta disse che “L’aborto è il più grande distruttore della pace oggi nel mondo, il più grande distruttore dell’amore: infatti, se una madre può uccidere il proprio bambino che cosa impedisce che io possa impunemente uccidere un domani anche te e tu possa uccidere me?”
Per questo il Comitato “NO 194 e tutti i partecipanti alle “9 ore” pregheranno contro la strage dell’aborto che nel silenzio generale miete milioni di vittime in Italia e nel mondo e, nel giorno dell’appello contro le stragi in Siria, si uniranno in preghiera e digiuno con il Santo Padre e tutti i fedeli perchè prevalga il desiderio e la volontà di pace.
Da ottobre e per ogni primo sabato dei mesi pari con il vostro aiuto vorremmo partire con l’iniziativa: “Adorazione per la Vita” nelle chiese che aderiranno sempre in tutta Italia. (ci saranno ulteriori informazioni sempre sui siti della No 194 )
Ogni persona di buona volontà che ha a cuore la difesa della vita (e il suo futuro) è invitata ad aderire all’iniziativa unendosi a noi fuori da questi ospedali, condividendo questa mail o sostenendoci con la preghiera da casa.
“E’ urgente una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero. Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale da ogni comunità cristiana e da ogni gruppo o associazione, da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente, si elevi una supplica appassionata a Dio, creatore e amante della vita”. (Giovanni Paolo II E.V. 100)
Ci stiamo preparando ad una nuova sfida culturale, una nuova battaglia per la difesa di questi nostri fratelli più piccoli, nella difesa della vita non possiamo più scendere a compromessi, o la si difende integralmente o si lasciano aperte le porte a qualsiasi arbitrio e nefandezza. Prima o poi, qualcuno ci chiederà: “Dov’ è tuo fratello?” Che cosa risponderemo? “Avevo altro da fare?”