In queste settimane è entrata nel vivo la discussione sul ddl Scalfarotto, più conosciuto come legge contro l’omofobia: dopo il voto positivo incassato alla Camera ed il passaggio notturno in Commissione al Senato, sembra che i tempi per procedere con l’approvazione si stiano restringendo.
I mezzi di comunicazione, compiacenti con il disegno gayfriendly che vi è alla base, non danno notizia delle tappe formali che questo disegno di legge deve affrontare, probabilmente per evitare di risvegliare le coscienze. Meglio rendicontare l’accaduto quando il Parlamento avrà licenziato il testo.
A maggior ragione, quindi, sono fondamentali appuntamenti come quello organizzato a Trieste il prossimo martedì dal titolo “Legge anti-omofobia: progetto ideologico o vera necessità?” in cui interverrà l’Avv. Giancarlo Cerrelli, Vicepresidente nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
Cerrelli analizzerà la tematica sotto più punti di vista, evidenziando il collegamento tra il ddl Scalfarotto e le battaglie per il riconoscimento delle nozze GLBT, preludio all’estensione anche per queste categorie del diritto alla genitorialità.
Cerrelli ha già avuto modo di spiegare la sua posizione in un’intervista in occasione dell’approvazione del disegno di legge alla Camera: “Questa legge è una tappa per arrivare al matrimonio e alle adozioni da parte dei gay, passando dal riconoscimento dei diritti e delle unioni civili. L’ideologia del gender si sta sviluppando, al punto che negli Stati Uniti si afferma che il genere è già superato.”
In aggiunta, l’Avvocato, evidenza una potenzialità di rischio molto estesa, essendo il concetto di “omofobia” passibile di innumerevoli livelli di lettura. Dichiara Cerrelli: “Dal momento che omofobia e transfobia non sono definiti in modo chiaro, verrebbero a essere interpretati dalla magistratura. I giudici potrebbero così fare incorrere più di qualcuno in un reato d’opinione soltanto per il fatto di avere proferito determinate idee relative all’omosessualità. Se per esempio un catechista dovesse dire che il matrimonio gay è contrario alla natura, potrebbe incappare nelle maglie di qualche magistrato. Ciascun singolo giudice potrebbe interpretare la norma in modo militante per rieducare il popolo italiano. Questa legge così come vuole essere concepita mira infatti ad attuare una sorta di pedagogia, attraverso una serie di sanzioni accessorie previste già dalla legge Reale-Mancino. Chiunque dovesse in qualche modo discostarsi da una sintonia con il legislatore sarà dunque punito.”
Il convegno “Legge anti-omofobia: progetto ideologico o vera necessità?” avrà luogo martedì 17 dicembre, alle ore 19.30, presso la Sala Teatro della Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Via del Collegio, n. 6, a Trieste.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.ccbellomi.it
Redazione