“Leggere in classe non è mai un’oscenità”: questo il titolo con cui Il Corriere della Sera lancia il suo attacco a noi di Provita onlus ed ai Giuristi per la Vita in merito alla vicenda ormai nota dell’introduzione nelle scuole del romanzo Sei come sei.
Emiliano Sbaraglia conduce un ragionamento che definire riflessione sarebbe decisamente ambizioso: secondo il giornalista che ha curato il pezzo alle giovani generazioni non si deve mica raccontare che i bambini vengono portati dalle cicogne e, quindi, “non possiamo nasconderci dietro una fellatio”.
Secondo l’acuto giornalista, il merito della Mazzucco, autrice del romanzo, sarebbe quello di aver scavalcato le normative italiane rappresentando come cosa comunemente accettata una coppia di genitori omosessuali. La descrizione del rapporto sessuale tra i minorenni non viene trattato nello specifico, probabilmente per le stesse ragioni che hanno portato il Ministro Giannini a rifiutare di leggerlo in radio (dopo averne difeso la diffusione nelle scuole) ed il Presidente del Senato Grasso a non accettare un’interpellanza contenente i passaggi incriminati, giudicati dallo stesso Grasso volgari e inappropriati a sedi istituzionali.
La supponenza del giornalista arriva però a toccare le giuste corde: basta leggere i commenti dei lettori per comprendere dove sia il buon senso e quanto il cittadino medio la pensi invece in modo assolutamente difforme. C’è chi afferma che solo qualcuno che non ha figli riuscirebbe a scrivere determinate sciocchezze, chi esorta la scuola a fare meglio il proprio dovere, magari scongiurando la circolazione di diplomati che non sanno utilizzare correttamente le “h” davanti ai verbi prima di parlare di temi analoghi.
Come sempre –e per fortuna- la maggioranza dei cittadini sanno individuare la giusta via e, quando vengono sottoposti ad eccessive pressioni e forzature, sanno rispondere a tono. perchè non tutti non sanno distinguere l’oscurantismo dal buon senso.
Redazione