23/11/2012

Embrioni crioconservati. Quale futuro?

Il 23 e 24 novembre a Roma, presso il Centro congressi di Via Aurelia 796, si terrà l’incontro dal titolo “Embrioni crioconservati. Quale futuro?“.

“Embrioni crioconservati, quale futuro?” Questo il tema del decimo convegno di Scienza&Vita che si terrà a Roma il 23 e il 24 novembre. “Il sempre maggior numero di embrioni, formati con tecniche di procreazione medicalmente assistita e crioconservati – sottolinea Lucio Romano, presidente di Scienza &Vita – solleva molteplici interrogativi in ambito biomedico, etico, giuridico e legislativo”, tra cui “la durata della crioconservazione, le conseguenze delle procedure sull’evolutività degli embrioni allo scongelamento, il destino degli embrioni abbandonati o per rinuncia all’impianto”. Secondo l’ultima relazione del Ministro della Salute, nel 2010 sono stati formati 113.019 embrioni, dei quali 16.280 crioconservati (14.4% sul totale degli embrioni formati). “È prevedibile – aggiunge Romano – che il numero di embrioni formati e crioconservati aumenterà ancor più”. Un incremento – sottolinea il Sir – frutto anche della sentenza Corte Costituzionale che nel 2009 che ha dichiarato illegittimo l’art.14 della legge 40, abolendo di fatto il limite di tre embrioni a impianto e aprendo la strada a una interpretazione “estensiva” che prevede un “numero di embrioni strettamente necessario”. Secondo i dati della letteratura scientifica, in media il 70-80% degli embrioni sopravvive dopo criconservazione, il 50% senza danni evidenti allo scongelamento, mentre nel 25% ci sono segni evidenti di danno parziale. “Secondo l’ultimo Report dell’International Federation of Fertility – sottolinea infine Lucio romano – sono estremamente variabili i limiti massimi di crioconservazione normati dalle varie legislazioni a livello mondiale: dai 3 anni per Brasile, Montenegro e Portogallo ai 10 anni per Australia, Austria, Israele, Ungheria e Gran Bretagna. In 14 legislazioni il periodo massimo è di 5 anni”.

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Fonte: Radio Vaticana

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