Il Messaggero presenta ai suoi lettori un sunto della vicenda relativa al “Caso MAXXI “: dall’esposizione dell’opera pedopornografica, le dichiarazioni dell’Osservatorio dei diritti dei minori, la denuncia di ProVita e Giuristi per la Vita e la richiesta di dimissioni della Melandri da parte di Fratelli d’Italia.
Il minimo comune denominatore è semplice: opere di questo genere sono un insulto alle vittime della pedofilia.
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La denuncia è arrivata a distanza di un giorno. Quelle opere dei fratelli Chapman esposte al Maxxi avranno anche quotazioni milionarie, ma «sono pedopornografia e oscenità». Quei manichini di bambini organi sessuali al posto dei lineamenti, meritano una rimozione immediata dall’allestimento nel museo. O almeno questo è quello che sostengono l’associazione Giuristi per la vita e la Pro vita onlus che ieri hanno depositato un esposto in procura e che attendono l’apertura di un fascicolo di inchiesta. Gli avvocati Gianfranco Amato e Antonio Brandi ritengono che in quelle opere, e in particolare nella “Piggyback” (due bambine adagiate una sulla spalla dell’altra dalla cui bocca fuoriesce un membro maschile), ci siano evidenti estremi di reato. Soprattutto dopo che sulla vicenda è intervenuto l’Osservatorio sui diritti dei minori e che il presidente Antonio Marziale ha spiegato che «tale opera ha letteralmente indignato alcuni visitatori con figli minorenni, che hanno provveduto immediatamente a contattarli per manifestare il loro disgusto e la loro riprovazione».
Precisa il sociologo: «Esporre simili rappresentazioni nell’era in cui la pedopornografia macina un giro d’affari da far impallidire il bilancio di uno Stato, significa mancare di rispetto a quanti ogni giorno combattono per drenare il più turpe ed abietto crimine contro l’umanità». L’Osservatorio e i denuncianti chiedono, quindi, al Governo e al ministro della Cultura di rimuovere «quello squallore, perché rappresenta un insulto a tutte le vittime di violenza e pedofilia in particolare».
E mentre da FdI si chiedono le dimissioni del presidente del museo Giovanna Melandri, il direttore di Maxxi arte, Anna Mattirolo, replica: «La crudezza fa parte del lavoro dei Chapman, da sempre caratterizzati da opere che denunciano una realtà malata. In ogni caso l’opera è sempre stata segnalata con avvisi esposti in biglietteria, al punto informativo, e dal personale di sala istruito per informare le famiglie in visita con minori».
Fonte: Il Messaggero