09/03/2015

Gender: invito a un dibattito senza odio né intolleranza eterofobica

Il successo della petizione che contrasta la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole ha innegabilmente agitato le acque.

Si sono scatenati gli hacker contro il nostro portale,  si sono scatenati sul web  (e anche su qualche testata di quelle più importanti) quelli che (eterosessuali o non) sostengono l’omosessualismo e l’orgoglio LGBT, che sono i primi paladini del gender.

Mediamente lo stile è molto aggressivo, carico d’odio e di rabbia, fazioso ed isterico. Le affermazioni sono menzogne stratosferiche.

Per esempio, Notizie Pro Vita è definita “associazione antigay sponsorizzata da Forza Nuova”. Chi frequenta il portale avrà avuto modo di constatarne l’equidistanza da qualsiasi schieramento politico. Pro Vita da sempre è libera da qualsiasi vincolo partitico (salvo la libertà incomprimibile di ciascun esponente politico di condividerne le battaglie: anzi aspettiamo con ansia che i difensori dei diritti umani, dei deboli e degli oppressi, dell’estrema sinistra si uniscano a noi nella difesa delle donne e dei bambini…).

Non siamo “antigay” se con ciò ci si riferisce alle persone: avremmo detto 1000 volte che non abbiamo nulla contro le persone omosessuali, ma parecchio da dire contro l’ideologia omosessualista (che è contigua a quella del gender).

Saremmo “due migliaia di esaltati che hanno proposto una petizione truccata”: la loro accusa si fonda sul fatto che la nostra petizione, nei moduli per l’adesione, non richiede il documento identificativo, ma solo nome, cognome, CAP ed e-mail. Scandalizzati per questa “petizione truccata”, ignorano che, in primo luogo, siamo forniti di un sistema informatico che ci consente di eliminare le firme doppie, in secondo luogo, che la nostra è una petizione propositiva, non è mica la raccolta firme per un referendum. Vogliamo essenzialmente richiamare l’attenzione delle istituzioni italiane sull’emergenza educativa attuale, contrassegnata dall’imposizione della teoria gender nelle scuole.

Anche lo spot, allegato alla petizione, pare aver scosso gli animi degli omosessualisti (anche eterosessuali). Alcuni lo definiscono come un “terribile video che arriva a sostenere schizofrenie paranoiche maniacali a cui non crederebbe nemmeno un minorato mentale”, reazione prevedibile a fronte di un video che in 40 secondi pone la reale emergenza educativa davanti agli occhi di tutti, limitandosi a mostrare le conseguenze (già verificatesi) della nota “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” (cui chiediamo la disapplicazione nella nostra petizione).

A fronte di queste sterili contestazioni non possiamo che prendere atto dell’evidente carenza di argomentazioni del “fronte lgbt”, costretto ad arroccarsi su posizioni insostenibili e critiche ideologiche cieche e infondate.

Da sempre, le nostre battaglie sono state condotte con correttezza e rispetto, anche nei confronti di chi ha continuato a contestarci e attaccarci con volgarità, violenza e intolleranza. E intanto da ogni parte d’Italia continuano ad arrivare pacchi di moduli cartacei che si aggiungono alle sottoscrizioni online.

Ringraziando sentitamente tutti coloro che hanno aderito alla nostra iniziativa, segno evidente di un Paese in cui vi sono ancora uomini e donne disposti ad impegnarsi attivamente per tutelare i figli e il loro futuro.

Invitiamo i contestatori ad informarsi correttamente e presentare critiche un po’ meno isteriche un po’ più costruttive e così partecipare ad un dibattito sereno e non carico d’odio.

Elia Buizza

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