Ieri si è svolta la seconda parte del grande Festival per la Vita (qui il resoconto della prima giornata), organizzato da ProVita Onlus, Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Movimento Europeo Difesa della Vita, Centro Culturale Nicolò Stenone.
In questa seconda sessione, si sono avvicendati al tavolo degli oratori personaggi di spicco delle istituzioni – anche un Deputato della Duma di Mosca, un rappresentante del mondo imprenditoriale ed esponenti della ricerca scientifica.
Il moderatore, prof. Tommaso Scandroglio, giornalista, dottore di ricerca in giurisprudenza, docente di etica, bioetica, filosofia del diritto, membro del “Centro interuniversitario per gli Studi sull’etica” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha innanzi tutto inrodotto sul palco
Il Sindaco di Verona, avv. Federico Sboarina, un sindaco pro vita.
Sboarina ha dichiarato pubblicamente il suo impegno in difesa della Vita e avviato politiche comunali e fiscali a sostegno della della famiglia. La politica non è solo amministrazione, è anche etica. Anzi , l’etica è alla base di una buona amministrazione.
L’on. Lorenzo Fontana, Europarlamentare e vicesindaco di Verona,
esperto di demografia, da sempre impegnato nelle istanze pro famiglia e pro vita all’interno degli ambienti istituzionali, si è sofermato sul problema della popolazione: la “battaglia finale” tra il bene e il male è sulla famiglia, ma i popoli europei sembrano in stato di torpore e non se ne rendono conto, anzi, non fanno figli (ogni anno scompare dall’Italia una città come Padova, di 240000 abitanti. Siamo ai livelli del 1917 -18. Oggi non c’è la I guerra mondiale, ma una guerra culturale. C’è chi odia l’uomo: i neomaltusiani, gli ambientalisti, i nichilisti. Europa e in specie l’Italia possono tornare ad essere faro di civiltà nel mondo: è una questione culturale, prima che economica. Ormai in politica si parla solo di amministrazione non più di vera politica, quella che è fatta di scelte etiche. Si vuole costruire un uomo artificiale, single, solo, consumatore, e schiavo: senza vincoli sociali né corpi intermedi: questo è l’uomo che si deve adeguare agli schemi dell’ ultracapitalismo globalista. Questo è l’uomo figlio dell’ individualismo (ben diverso da personlismo, che guarda alla persona coma soggetto di relazione – sottolinea Scandroglio). Si capisce quindi l’mportanza del matrimonio e dei figli, e perché la famiglia deve esseree rimessa al centro.
L’avv. Roberto Brazzale, imprenditore
e padre di tre figli; a Zanè nel vicentino conduce la più antica azienda lattierocasearia del nostro Paese, la Brazzale spa. E’ stato promotore di un baby bonus di 1500 euro per ogni dipendente che avesse un figlio, in barba al silenzio imbarazzato dei sindacati. Ha ritenuto scandaloso e disumano vedere che una sua dipendente gli annunciava la maternità come fosse stata una colpa nei confronti del datore di lavoro. Ha fatto appello alla libertà degli imprendidoti che possono uscire dagli schemi culturali di ciò che pensano e fanno tutti: l’onere del bonus è irrisorio per l’impresa e il clima che si instaura sul posto di lavoro ne guadagna assai.
E’ stata poi la volta dell’on. Inga Yumasheva,
deputato, coordinatrice del gruppo parlamentare per le relazioni con il Congresso americano e responsabile per la Vita, la famiglia e i bambini presso la Duma di Mosca che ha ricordato le politiche familari del suo Paese. Nel giro di una decina d’anni il numero di aborti volontari si è dimezzato (erano un milione e mezzo nel 2004, oggi sono meno di 800.000).
Alberto Zelger,
Consigliere Comunale, ha illustrato la legge sulla sepoltura dei feti abortiti della Regione Veneto: per dare dignità ai piccoli morti. Per dare un luogo dove poter piangere o pregare alle famiglie.
S.E. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona,
a sorpresa è venuto a portare il suo saluto di persona e ha voluto rivendicare per tutti e per ogni cristiano il diritto alla libertà di testimoniare in favor dei valori in cui crede.
Il prof. Giuseppe Noia e il dott. Alessandro Cecchi,
ginecologo, primario del centro diagnosi prenatale di Loreto che da oltre venticinque anni si occupa della diagnosi di malattie fetali, hanno parlato della medicina fetale, della palliazione in utero, della somma dignitù dei piccoli fin dal concepimento e della professione medica che consiste nel curare e non nel guarire e tanto meno nell’uccidere. Hanno portato a testimone per Il Cuore in una Goccia la famiglia Deganello, con i loro sei bambini di cui due in Cielo, che ha raccontato la storia intrisa di dolore, ma di tanto amore e tanta pace, del loro piccolo Elia, che – senza reni – è nato morto, ma che hanno voluto e potuto custodire e proteggere fino alla fine, nonostante tutti gli avessere consigniato l’aborto eugenetico.
Il prof. Massimo Gandolfini,
neurochirurgo e psichiatra, direttore del dipartimento di neuroscienze dell’istituto ospedaliero Poliambulanza di Brescia. e presidente del “Comitato Difendiamo i Nostri Figli” è stato l’ultimo a salire sul palco. Ha spiegato che la società che non conosce il limite, dove il suicidio da tragedia si trasforma in diritto, la famiglia è spappolata in qaulcosa di fluido e senza identità, il figlio è un oggetto di diritto che si può comprare o eliminare, a seconda dei desideri e dell “autodeterminazione” dell’individuo, è una società senza futuro. Il disvalore dell’ “autodeterminazione” ci avvelena: l’uomo non è un essere che si autodetermina,ma dipende da chi l’ha procreato (dalla famiglia) e da Chi l’ha creato.
Abbiamo il diritto e il dovere di rilanciare i valori antropologici autentici che non sono solo cristiani, ma universiali, altrimenti siamo destinati alla morte, non solo per il suicidio demografico, ma anche per una sorta di suicidio morale.
Dobbiamo tradurre la nostra testimonianza personale in questo campo in rappresentanza politica. Dobbiamo infiltrarci in tutti i partiti, dobbiamo mandare avanti gli uomini politici che condividono questi valori: solo riprendendo in mano la “politica dei principi” (Gedda) riusciremo a rinnovare la socieà e a darle un futuro.
Il male vince se i buoni cessano di combattere, diceva Burke; una fede che non divnta cutura non è una fede vissuta, diceva Giovanni Paolo II: ci siamo alzati in piedi, e continueremo ad alzarci in piedi per difendere i valori, per difendere la famiglia, per difendere la vita.
Alla riuscita del Festival per la Vita hanno contribuito numerose realtà associative, che ringraziamo di cuore. Hanno collaborato Comunità Papa Giovanni XXIII, Gruppo Madonna della Corona, Istituto Don Bosco, Regina Pacis, Donum Vitae, Unione Cattolica Farmacisti Italiani, Circolo Culturale Enrico Medi, Associazione Medici Cattolici Italiani, Scuole Alle Stimmate, Associazione Culturale La Pieve, Associazione Culturale La Torre, Coordinamento Famiglie Trentine, Unione Medici Missionari Italiani, Movimento e Centro Aiuto per la Vita di Cologna Veneta; hanno patrocinato Comune di Verona, Provincia di Verona, Regione del Veneto, Congresso Mondiale delle Famiglie (WFC), e hanno offerto il loro gentile supporto anche Fondazione Cattolica Assicurazioni, Pedrollo SpA, Movimento per un’Europa delle Nazioni e delle Libertà, Centro Polifunzionale Don Calabria, Ossida Srl, Banco Popolare di Verona, Caseificio Giulia.
Francesca Romana Poleggi
Nella foto in evidenza: Zelger, Fontana, Yumasheva, Brandi
Ne hanno parlato anche : TelePace, l’Arena, Verona Sera; In Terris; Libero.it; Virgilio.it, Il Cuore in una Goccia, Radio Kolbe; In Terris1, Il giornale dei Veronesi, Verona Sera, Informazione.it, Agere Contra