Insieme per l’Italia ha deciso di intervistare Antonio Brandi in merito alle battaglie per la difesa della vita e della famiglia, contro la diffusione dell’ideologia gender , con particolare attenzione alla situazione romana di cui regista è il Sindaco Ignazio Marino, promotore principe non solo delle trascrizioni delle nozze gay ma di tutto il ventaglio di pretese avanzate dalle lobby LGBT.
Riportiamo il testo dell’interessante intervista.
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Antonio Brandi è il presidente dell’associazione ProVita Onlus, che si occupa della vita “dall’inizio fino alla sua fine naturale” dichiara intervistato dalla redazione di Insieme per l’Italia. E dopo i ripetuti attacchi alla famiglia tradizionale (da parte dello Stato e delle istituzioni) è pronto a dare battaglia..
Presidente Brandi, di cosa si occupa nello specifico la sua associazione e quali sono i vostri princìpi guida?
ProVita onlus si batte principalmente per la vita, dal suo inizio alla sua fine naturale. E in difesa della famiglia, che oggi è messa sotto attacco. Il problema di oggi non è quello dell’omosessualità né i gay, in quanto noi siamo per la tutela dei diritti di ogni persona. E’ l’ideologia del ‘gender’ che sta entrando con troppa prepotenza nella vita di tutti noi.
Può spiegarsi meglio?
Questa ‘ideologia’ vuole significare che il nostro sesso biologico (maschio o femmina) conta poco o nulla. Per i fautori di questa teoria è indifferente essere dell’uno o dell’altro sesso, l’idea del maschile e femminile sono solo costruzioni imposte dalla società. Coloro i quali si rispecchiano in questa ideologia vogliono educare i bambini, fin dalla tenera età, a poter essere qualsiasi cosa essi vogliano: transessuali, bisessuali, asessuali, omosessuali. Per loro tutto è permesso, nulla è proibito. E fanno proprio il lavaggio del cervello.
La famiglia, ha detto lei poco fa, è messa sotto attacco. A cosa fa riferimento?
In primis a livello economico: la famiglia dovrebbe essere supportata dallo Stato.
In Italia non funziona così?
No, perché il ddl Scalfarotto, ovviamente contro la famiglia naturale, è folle. Esistono, poi, diverse strategia statali e para-statali che mirano a promuovere e valorizzare la trasessualità e l’omosessualità mediante fiabe gay. Zingaretti ha elargito migliaia di euro per promuovere queste campagne. E Marino a Roma ha fatto la stessa cosa: invece di pensare alle cose serie e al benessere dei cittadini ha pensato solo a registrare illegalmente i matrimoni gay. L’articolo 650 del Codice penale prevede la punibilità per tutti coloro che non rispettano le leggi dello Stato.
Marino, da sindaco di Roma, perché può permettersi di farlo?
Siete pronti a dare battaglia?
Siamo stati i primi, noi, a denunciare Marino per la registrazione dei matrimoni gay, peccato solo che la stampa non se ne sia occupata.
Fonte: Insieme per l’Italia