Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus ha rilasciato un’intervista apparsa sull’ultimo numero di Libernews, in uscita dal 10 marzo scorso..È un’altra opportunità che ci è stata offerta per spiegare le ragioni della nostra battaglia e delle nostre attività.
Di seguito potete leggerla integralmente.
-Dott. Brandi lei è Presidente di un’Associazione chiamata ProVita. Può parlarci di cosa ha spinto lei imprenditore ad occuparsi di ciò?. Durante tutta la mia vita ho sempre considerato l’aborto il peggiore degli omicidi perché perpetrato su un essere inerme, debole e incapace di difendersi. Nel Giugno del 2012, alla morte di Chiara Corbella Petrillo, che conoscevo dalla prima infanzia, essendo amico della famiglia Corbella da 40 anni, ho veramente capito l’importanza del valore della Vita e del sacrificarsi per amore. Chiara infatti è morta, rifiutando la chemioterapia, per salvare la vita a suo figlio, Francesco. Allora insieme a Francesca Romana Poleggi, Andrea Giovanazzi, Alessandro Fiore e Francesco Agnoli abbiamo iniziato prima la rivista mensile Notizieprovita e successivamente abbiamo Fondato Pro Vita Onlus che si batte per la Vita dal concepimento alla sua fine naturale.
–Di cosa si occupa e quali sono le maggiori battaglie che portate avanti?
Principalmente per la Vita e la Famiglia. Sul piano culturale: distribuiamo la rivista cartacea mensile Notizie ProVita, curiamo un portale aggiornato quotidianamente, www.notizieprovita.it e produciamo numerose pubblicazioni, anche multimediali, a tutela della salute delle donne e dei bambini, contro il gender nelle scuole, per la difesa della famiglia e per la libertà educativa. Organizziamo anche numerosi convegni in tutta Italia. Sul piano sociale sensibilizziamo l’opinione pubblica con diverse iniziative anche tramite social network e campagne a mezzo stampa, manifesti murali, camion vela e altro... Organizziamo manifestazioni di piazza, offriamo aiuto materiale a mamme, famiglie, persone disabili e anziani e sosteniamo la ricerca scientifica. Nel campo politico-giuridico, intraprendiamo azioni legali, promuoviamo petizioni, organizziamo conferenze stampa e interveniamo presso organi politici e amminisitrativi come le Commissioni parlamentari.
-Siete di estrazione cristiana e spesso le vostre battaglie ideali confluiscono con quelle della Chiesa. Che rapporto avete?
Conduciamo la nostra battaglia per la Vita e la Famiglia non su principi teologici ma basandoci sulla ragione, la legge naturale e il buonsenso. Abbiamo ovviamente un grande seguito fra i cattolici, soprattutto molti parroci perché per i fedeli la ragione porta alla Fede e viceversa. Ma la nostra Onlus è aconfessionale e apartitica.
-Cosa ne pensa della sensibilità e del livello di partecipazione del popolo italiano oggi, nel 2017, ai temi da voi portati avanti?
Il popolo Italiano ha ancora molto buonsenso ma è purtroppo spesso disinformato e confuso dai grandi media. Ultimo esempio è stato la morte di Dino Bettamin che la grande stampa ha presentato come eutanasia, mentre la verità è che non si è trattato assolutamente di eutanasia: Dino Bettamin, che era arrivato alla fine naturale della sua vita, ha solo chiesto di essere accompagnato alla morte (che non è stata anticipata di un secondo, anzi) con sedativi.
-Come si ricostruisce una cultura PRO VITA nell’era della post verità e del populismo?
Considerato che abbiamo contro di noi i grandi media e i poteri forti, cioè le industrie farmaceutiche, le cliniche della morte, le industrie dell’aborto e della fecondazione artificiale, le multinazionali della pornografia, la sola strada è quella di una battaglia culturale con le limitate forze che abbiamo e, quando necessario mobilitazioni di massa come sono stati i Family Day del 20.6.15 e del 30.1.16. Siamo tutti volontari che si autotassano e facciamo tutto quello che possiamo, certi che il male non può trionfare e la ragione e il buonsenso alla fine prevarranno.
-Da poco avete presentato una conferenza stampa che critica aspramente il nuovo disegno di legge sull’eutanasia ed il fine vita. Può parlarci del risultato? Cosa si aspetta?
La conferenza stampa è stata incisiva e direi commovente con le testimonianze di Max Tresoldi, Sara Virgllio, Roberto Panella, Sylvie Menard e Pietro, il fratello di Salvatore Crisafulli. Non ho mai visto una conferenza stampa con 6-7 accorati applausi!
Pro Vita Onlus chiede il ritiro del disegno di legge sulle DAT. Qualsiasi provvedimento in materia di dichiarazioni di trattamento dovrebbe almeno salvaguardare l’indisponibilità della Vita; rimanere coerente con gli articoli 275,279 e 280 del codice penale che condannano l’omicidio, anche quello della persona consenziente; trattare idratazione e nutrizione come normali sostegni vitali, e non considerarli come terapie che si possono sospendere volontariamente; affermare che la vera soluzione per le persone malate è l’accompagnamento amorevole e le cure palliative per alleviarne la sofferenza. I malati e i disabili possono essere felici se circondati da amore e affetto e possono trasmettere la loro gioia alle persone che gli stanno vicino, e lo confermo per esperienza diretta. E infine, i medici devono curare, e non divenire meri esecutori della volontà altrui, soprattutto procurando la morte con atti od omissioni.
-Che ci aspettiamo?
Che trionfino la ragione e il buonsenso e non l’ideologia.
William Lepore