“Non ti curar di loro ma guarda e passa”, diceva il Poeta. Perciò anche questa volta, come tante altre abbiamo evitato di dar conto degli insulti violenti di cui siamo fatti oggetto e delle minacce di morte annesse e connesse.
Anche stavolta, quindi, pensavamo di riservarci di adire le vie legali nei confronti di un sito omosessualista che invita ad uccidere il nostro Presidente (e Mario Adinolfi), senza clamore mediatico.
Oltre tutto nutriamo una profonda tenerezza per persone tanto accecate dall’ideologia: diceva Pirandello: “Mai tanto appassionatamente l’uomo ragiona , o sragiona, che è lo stesso, come quando soffre“. E’ evidente il profondo disagio esistenziale che costoro soffrono. Loro la chiamano omofobia interiorizzata, oppure lo considerano effetto dell’omofobia del mondo... ma chissà, invece da quali ferite è determinato tanto dolore.
I “ragionamenti” di coloro che aggiornano il sito omosessualista in questione (su La Stampa ulteriori dettagli), però, e le minacce di morte capitano in un periodo in cui ogni giorno qualche esaltato ammazza qualcuno. E, anche un giornale moderato come La Stampa, rileva pubblicamente che “leggere che c’è chi associa disinvoltamente – non si capisce se come augurio, profezia o minaccia – la scura signora ad avversari delle proprie posizioni politiche e sociologiche”, fa una certa impressione.
Scrivono quelli del portale in questione che a seguito dell’omofobia accanita di gente come Brandi e Adinolfi non c’è niente altro da fare che sperare nella loro morte: “Qual’è l’unica soluzione? Provate a pensarci e vi accorgerete che l’unica parola che passa nella vostra mentre sarà ‘morte’. Se Brandi è vecchio e si può presumere che la sua vita non durerà ancora a lungo, Mario Adinolfi è del del 1971 e c’è il rischio che possa insultarci per altri quarant’anni”.
Due note a margine: qual è si scrive senza apostrofo e Brandi non è affatto vecchio, è sulla sessantina e ha più energie di un ventenne.
Scrive Tosatti:”A un vecchio cronista tutto questo ricorda in maniera drammatica l’inizio degli anni’70, quando la tragedia cominciava dall’uso di certe parole, e dall’esaltazione dei torti subiti, e continuava con l’indicazione dei bersagli. Pessimi ricordi. Non so se ci sarà qualche denuncia, ma come esempio di “hate speech” non è male”.
Redazione