Il Movit di Firenze, organizzazione universitaria del Movimento Per la Vita Toscano, organizza l’incontro “ Il Leviatiano contro Caino”, con la collaborazione di Lista Aperta. L’appuntamento è per sabato 1 Dicembre, presso “Le murate- Caffè letterario”, Piazza delle Murate, alle ore 16,30.
Il tema della pena di morte sarà affrontato da diverse angolature. Interverranno diverse personalità delle Università Toscane, e in particolare il Prof. F. Mantovani, docente di Diritto penale dell’Università degli studi di Firenze, con una relazione inerente l’evoluzione storica della pena di morte e il Prof. F. Lanzerini, docente di diritto dell’Unione Europea presso l’Università degli studi di Siena, che tratterà il tema dell’estradizione nei confronti dei Paesi che riconoscono ancora la pena di morte. Dalla Toscana, all’Europa e all’Oriente, non mancherà l’esperienza concreta con la testimonianza di Toni Brandi, presidente dell’associazione Laogai Research Foundation Italia Onlus che toccherà temi diversi quali gli aborti forzati in Cina e i laogai, i campi di concentramento poco conosciuti nel resto del mondo ma parte integrante dell’economia cinese, sono esempio della cultura di morte che cerca di dominare il Paese di Mezzo. Qui, ancora oggi, migliaia di persone condannate con processi sommari per reati quali la frode fiscale, contrabbando, traffico d’arte, violazione di quarantena se ammalati, reati per danni economici, appartenenza anche indiretta ad “organizzazioni illegali”, sono condannate a morte mediante la fucilazione. Il numero è le modalità sono ancora considerate un segreto di Stato. Ecco che la morte si associa al silenzio, come ricorda nel titolo dell’incontro la storia di Caino. Ad aprire il pomeriggio di approfondimento, porterà il suo saluto Giuseppe Perconte Licatese, presidente del Movit Firenze e il Presidente del Movit di Milano, Emanuele Andreis.
L’incontro si realizzerà in occasione della ricorrenza della Festa della Toscana, 30 Novembre, data in cui si ricorda l’abrogazione della Pena di morte ad opera di Pietro Leopoldo di Lorena, nel 1786.