L’approvazione del disegno di legge Cirinnà sulla legalizzazione del matrimonio gay è stata rimandata a ottobre, ma promessa definitiva entro la fine dell’anno.
Scalfarotto è contento: ha interrotto lo sciopero della fame (avrà raggiunto il peso – forma) e si fida della promessa di Renzi.
Mons. Galantino, invece, non sembra contento. L’ha presa non bene e la vede come un segno di “fine del dialogo” a cui lui ha sempre tenuto molto. Ma poi Avvenire ha smorzato i toni.
Come al solito la penna appuntita del prof. Rusconi è una delle migliori per descrivere le dinamiche degli eventi con un po’ di ironia.
Riportiamo alcuni passi del suo ultimo post e rimandiamo per una lettura integrale al sito Rossoporpora.
... Ricostruendo quanto successo, appare chiaro che la linea del dialogo a ogni costo in materia, perseguita dal segretario generale della Cei, ha subito una pesante umiliazione da parte di chi, il ‘cattolico’ Matteo Renzi, ha ormai deciso che il disegno di Cirinnà ha da passare in tempi brevi (anche se non brevissimi, cioè entro la pausa parlamentare di agosto, come si era pur prospettato). Passerà, passerà e nessun la fermerà (tantomeno chi dialoga con il cappello in mano e la bandiera bianca incorporata). Questo crede Renzi. Può darsi che abbia ragione. Ma il ‘popolo’ grande e appassionato del 20 giugno a piazza san Giovanni (ostacolato ed emarginato dai ‘dialoganti’) non ha nessuna intenzione di cedere.
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Rivedendo e riascoltando il video del lungo discorso del presidente del Consiglio, ne evidenziamo il passo di circa un minuto riguardante il tema del disegno di legge Cirinnà.
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Matteo Renzi ha detto in sostanza:
- non riusciamo a far approvare il disegno di legge Cirinnà entro la pausa di agosto;
- lo faremo approvare al Senato entro il 15 ottobre;
- lo trasferiremo subito alla Camera, cercando di farlo approvare senza divergenze con il Senato (e dunque evitando la ‘navetta’ consueta);
- il disegno di legge Cirinnà sarà dunque approvato entro la fine del 2015 (La questione deve essere risolta una volta per tutte).
- Da notare l’atteggiamento molto dialogante del Presidente del Consiglio.
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La prima reazione di monsignor Galantino, fautore del ‘dialogo’ a tutti i costi con il Governo, deve aver assommato sorpresa a rabbia di fronte alla ‘chiusura’ in materia dimostrata dal capo dell’esecutivo dei ‘cattolici à la carte’. Il 30 marzo il segretario generale della Cei aveva dichiarato, a proposito del disegno di legge Cirinnà: “Ci sono alcuni particolari che non convincono” (quali non sapeva). Il 24 maggio aveva detto al ‘Corriere della Sera’, sulla falsariga del ritornello “Serve il confronto, non le ideologie”: “Non si tratta di fare a chi grida di più, i ‘pasdaran’ delle due parti si escludono da sé. Ci vuole un confronto tra gente che vuol bene a tutti”. Dopo aver tentato di soffocare in culla la manifestazione del 20 giugno di piazza San Giovanni e, non essendoci riuscito, prima di ostacolarla con tutti i mezzi, poi di svalutarla e minimizzarla, monsignor Galantino rilevava il 14 luglio in un’intervista ad ‘Aleteia’, a proposito del contrasto al disegno di legge Cirinnà: “Accanto a chi ha proposto forme di manifestazioni pubbliche di dissenso, c’è chi in questo momento storico ritiene più razionale e urgente l’apertura di un processo che ci veda coinvolti nel fronteggiare una cultura individualistica” (NdR: apertura di un processo?... campa caval che l’erba cresce). La scelta di stare nei processi (NdR: e dagliela con i ‘processi’….) rimane ancora la più impegnativa ed esigente: vive nella consapevolezza della necessità di tenere insieme differenti modi di sentire, al fine di mantenere salda la realtà della famiglia e i suoi diritti, a partire da quello della libertà educativa (NdR: quante parolone … ma il succo concreto? C’è proprio da aver nostalgia del cardinale Biffi e della sua lucidità di pensiero così immediatamente comprensibile... ).
Insomma … per chi aveva fatto del ‘dialogo’, del “confronto tra gente che vuol bene a tutti” la propria stella polare, il risveglio provocato dalle parole di Renzi (con toni da ‘padrone delle ferriere’) deve essere stato ben duro. Il giorno dopo è “un altro giorno”, già diverso; apparentemente al segretario generale della Cei la rabbia è sbollita (o più probabilmente ha deciso di ‘abbozzare’) e così l’ “Avvenire” ha ricondotto il fatto a notiziola o poco più. In prima pagina il quotidiano della Cei confina l’annuncio di Renzi e la reazione di Galantino (sintetizzata in “altre le priorità”) all’occhiello dell’articolo sul discorso di Renzi a Milano e, all’interno, nella mezza colonna a pagina 9, già citata all’inizio. Incassare, digerire e continuare a ‘dialogare’ con chi non ha nessuna intenzione di farlo? Magari anche per ‘strappare’ qualche briciola sulla seconda parte del disegno di legge Cirinnà dove si parla della ‘disciplina delle convivenze’ anche eterosessuali … una concorrenza manifesta ai matrimoni religiosi o no? E qui, par di capire, monsignor Galantino qualche preoccupazione ce l’ha …
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In tale contesto parecchie tra le associazioni del 20 giugno invitano a firmare una petizione contro il disegno di legge Cirinnà da inviare a deputati e senatori (“Stop unioni civili omosessuali. Stop ddl Cirinnà”). Sono al momento Manif pour tous, Pro Vita onlus, Movimento per la Vita, Associazione Genitori (AGe), Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGeSC), Giuristi per la Vita, Voglio la mamma, Associazione “Non si tocca la famiglia”, “Generazione Voglio Vivere”, Comitato Art. 26, Movimento Europeo Difesa Vita (MEVD), Associazione Donum Vitae, Coordinamento Famiglie Trentine, La Nuova Bussola Quotidiana. ...
Per quanto riguarda nuove manifestazioni di piazza numerose le voci che ne auspicano una in relazione al dibattito in Senato sul ddl Cirinnà. Una parte importante del laicato cattolico, insieme con persone di buona volontà e di ogni provenienza, continua insomma e giustamente ad essere in fermento dopo il grande, inaspettato successo del 20 giugno. Ce n’est qu’un début, continuons le combat.
Giuseppe Rusconi
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’