“Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Per ridestare tale consapevolezza si è svolto lo scorso 12 dicembre alle ore 20 nella cappella del SS. Rosario, adiacente la parrocchia di San Domenico in Salerno, il “Premio San Martino de Porres”. L’evento, promosso dal Centro per la Vita “Il Pellicano” e giunto ormai alla sua tredicesima edizione, vede l’assegnazione di un premio per coloro che, nel mondo del volontariato e delle professioni, si siano distinti particolarmente nella tutela e nella promozione della vita umana.
Nel corso della serata, condotta brillantemente dai giornalisti Roberto D’Agostino e Antonella Petitti, un premio è andato al notevole impegno profuso in favore della vita nascente dal parroco Don Francesco Cirino. La sua comunità di San Pietro a Patierno a Napoli è una “parrocchia per la vita”. Egli è stato capace di costituire un popolo composto soprattutto da giovani, disponibile a spendere il proprio tempo e le proprie energie per strappare dall’aborto la vita di tanti bambini. Don Francesco e i volontari della sua comunità si preoccupano innanzitutto di incontrare e accogliere le madri e le famiglie in difficoltà, promuovendo il diritto alla vita del nascituro. Dando voce chi non ha voce, cercano così di aiutare la madre a eliminare i problemi e non la vita innocente che porta nel grembo.
L’altro premio, consistente comunque in una ceramica dell’artista Maria Grazia Cappetti, che raffigura una perla in un’ostrica, simbolo della preziosità di ogni gesto di amore verso i più indifesi e bisognosi di cure, è andato invece alla memoria del dottor Antonio Caliendo. Egli, con profonda umanità e scienza, ha efficacemente alleviato le sofferenze di tanti ammalati, promuovendo sul territorio le cure palliative e contribuendo alla nascita dell’Hospice presso l’Ospedale Da Procida di Salerno. I medici che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lui e di apprezzarne le qualità umane e la grande professionalità hanno ricordato con commozione soprattutto la capacità del Dott. Caliendo di farsi prossimo a quanti erano considerati ormai inguaribili dalla medicina. Egli li assisteva personalmente e spesso anche al di là del proprio turno di lavoro fino a tarda notte. Prendendo a cuore il dolore dei propri pazienti e dei loro familiari, egli ha evidenziato con la sua competenza e la sua profonda carità che davvero “lenire dolorem opera divina”, attuando il monito scritto sulla ceramica dell’artista Cappetti.
La serata è stata allietata infine dalla musica napoletana del trio “Napolincanto”, composto dal maestro Gianni Aversano (voce), Michele De Martino (mandolino) e Paolo Propoli (chitarra).
Fabio Piemonte