03/06/2016

ProVita: famiglia al centro dei prossimi appuntamenti elettorali

Francesca Romana Poleggi, direttore editoriale di Notizie Pro Vita e membro del Direttivo di Pro Vita Onlus, in un’intervista a Il Tempo spiega che la difesa della famiglia deve essere una priorità specie in tempi di elezioni amministrative e referendum costituzionale.

ProVita continua così la sua campagna in sostegno di tutti quei candidati che vorranno sottoscrivere il Patto per la famiglia naturale.

«La situazione politica è molto confusa e non vi è abbastanza enfasi sul valore della famiglia che è “il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”» osserva la prof.ssa Poleggi. «In Italia, poi, la pressione fiscale globale, che è quasi al 44%, nel 2015 dicono sia diminuita dello 0,3%: ebbene per le famiglie, invece, è aumentata dello 0,3%! Ma non solo la famiglia è vessata dal fisco, mancano anche incentivi per le coppie che si sposano,per le famiglie numerose, per le madri che affrontano gravidanze in situazioni difficili. Infine, se si promuovesse concretamente la crescita demografica, la storia insegna che si aiuterebbe la crescita economica».

Di qui l’invito agli amministratori locali e ai politici in generale a sottoscrivere il Patto e a rispettarlo. In tanti già hanno firmato, come si può leggere nell’elenco in costante aggiornamento. Si tratta di candidati di centro destra e di liste civiche. «Purtroppo – afferma il nostro direttore editoriale – sembrano completamente assenti i rappresentanti del centro sinistra. Il nostro obiettivo era quello di sollevare il problema, quello della difesa e promozione della famiglia naturale, suggerendo azioni concrete ai futuri amministratori locali: pensiamo di esserci riusciti».

Il Patto è peraltro anche un anticipo della battaglia per il NO al referendum costituzionale del prossimo ottobre. «Per difendere i bambini, la famiglia, la libertà d’educazione, contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, siamo costretti a osteggiare questa riforma costituzionale – dice Poleggi -. Votare no al referendum di ottobre è necessario per salvaguardare la possibilità di confronto democratico, voluto dai nostri padri costituenti, nella gestione della cosa pubblica e nell’esercizio dei poteri dello Stato, innanzitutto del potere legislativo. Questo Governo ha dimostrato ampiamente di avere aspirazioni autoritarie. I vertici del PD hanno detto apertamente che intendono usare il monocameralismo e il premio alla maggioranza per imporre le scelte etiche e antropologiche distruttive dell’uomo e della società, in linea con il radicalismo libertario e nichilista di cui sono promotori: prima il divorzio lampo e il matrimonio gay, ora le adozioni gay e l’utero in affitto, l’eutanasia, e la droga libera. Il-tempo_ProVitaGrazie all’Italicum, infatti, un partito che ottenga la maggioranza relativa e che vincesse il ballottaggio avrebbe una maggioranza del 55% alla Camera dei deputati, la sola camera con reali poteri. Tale camera dei deputati potrebbe far passare tutte le leggi che vorrà il Governo, eleggere il Presidente della Repubblica e persino avocare a sé il potere di approvare leggi di competenza delle Regioni “in caso di tutela dell’interesse nazionale”. Inoltre, come ha giustamente sottolineato l’avvocato Simone Pillon, sabato scorso al Convegno delle Famiglie per il NO al Referendum, anche il risparmio per le casse dello Stato non sarebbe così consistente: a meno che si voglia cancellare la struttura amministrativa del Senato e mandare a casa tutti i dipendenti, il che non mi sembra sia assolutamente nell’intenzione di Renzi e compagni.

«Abbiamo già visto  – conclude – come Renzi abbia prima promesso di non usare lo strumento della fiducia per leggi come la Cirinnà, che riguardano importanti questioni morali e di coscienza, e come, successivamente, abbia invece utilizzato la fiducia per far passare il matrimonio gay evitando ogni dibattito o confronto. Immaginiamoci cosa farebbe un premier come Renzi con maggiori poteri e con una Camera a lui asservita... Farà approvare il disegno di legge Fedeli, che impone esplicitamente l’indottrinamento secondo la teoria gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e farà approvare il disegno di legge Scalfarotto, sull’omo-transfobia: così, una volta introdotto anche il “reato di opinione”, il passaggio già temuto da Platone, fra democrazia e tirannia sarebbe completo».

Oltre ai camion vela, ricordiamo ancora una volta che sui media nazionali e locali continua l’azione di ProVita a favore di quanti siglano il Patto (come questa, apparsa sul Corriere della Sera e su Il Tempo)

Redazione


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