Quasi quattro anni fa, ProVita è nata per dar voce a chi non ha voce. Avevamo in mente principalmente di dover parlare in nome dei milioni di bambini innocenti che vengono sacrificati nel tritacarne dell’aborto e nel circuito miliardario della fecondazione artificiale.
Non avrebbe senso, però, difendere la vita pre-natale e non quella post natale. E’ venuta da sé la denuncia della pedofilia (pensiamo al caso eclatante del Forteto), ma anche la preoccupazione di spiegare la deriva eutanasica che ha preso piede in Occidente, mascherata da pietà, o da finte “cure palliative” (sedazione terminale? Vuol dire far morire di fame e di sete le persone).
La cultura della morte, poi, ha cominciato a cavalcare l’onda dell’ideologia gender e dell’omosessualismo, con detrimento massimo dell’essere umano in sé, ma soprattutto, ovviamente, dei più deboli: i bambini.
Oggi, così, ci troviamo a fronteggiare l’avanzata del nichilismo più sfacciato che è incarnato dal ddl Cirinnà, cioè il tentativo di legalizzare il matrimonio gay, le conseguenti adozioni, l’utero in affitto, e di privare i bambini del diritto di avere una mamma e un papà.
Le iniziative realizzate da ProVita in questo senso sono state numerosissime: vediamo cosa abbiamo fatto solo nelle ultime settimane.
Con orgoglio possiamo dire che il nostro Presidente, Toni Brandi, è stato uno dei membri del Comitato che più si è impegnato per la realizzazione non solo del Family Day del 30 gennaio, ma anche della meravigliosa festa di piazza che è stata il 20 giugno a San Giovanni. E conseguentemente abbiamo realizzato video, comunicati e mailing per promuovere gli eventi.
L’informazione che questo portale e la rivista mensile Notizie ProVita porta nelle case dei nostri amici e sostenitori, comunque, non può competere come potenza di mezzi con quella dei grandi mass media che sono per la maggior parte votati alla cultura della morte (e sono ben prezzolati dalle lobby LGBT, in questa particolare congiuntura). Senza contare che perfino i temibili pirati informatici di Anonymous stanno facendo di tutto per metterci i bastoni tra le ruote (ma noi, finché possiamo, non gliela daremo vinta, davvero).
Quindi, per sensibilizzare le coscienze anche al di là del nostro portale e della rivista, abbiamo realizzato una serie di annunci sui quotidiani riguardo alle adozioni gay e l’utero in affitto (abbiamo pubblicato perfino un appello al Papa) e abbiamo noleggiato un camion – vela.
Abbiamo patrocinato e tenuto decine di convegni e conferenze, in tutta Italia.
Dopo aver, quest’anno, denunciato alla Procura di Milano chi organizza la vendita di bambini in pieno centro di Milano, recentemente siamo riusciti a portare la testimonianza della madre surrogata pentita, Elisa Gomez, al Senato, proprio quando cominciava la discussione del ddl; e una settimana dopo, sempre al Senato, abbiamo denunciato attraverso la relazione rigorosamente scientifica del prof. Noia e le testimonianze contenute nel documentario “Eggsploitation”, le gravi minacce alla salute delle donne connesse con la fecondazione artificiale (e con l’utero in affitto): salute compromessa non solo per coloro che vendono gli ovociti, ma anche per coloro che ricevono l’impianto dell’embrione e per i bambini che ne risultano.
Abbiamo realizzato, subito dopo il Family Day, due brevi video che spiegano le “unioni in-civili”: in pochi giorni su Facebook hanno ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni.
Infine abbiamo organizzato un altro ciclo di conferenze con Alexey Komov, ambasciatore presso l’Onu del WCF e Direttore dei Programmi della Fondazione di San Basilio il Grande: conferenze rese ancor più interessanti dal fatto che lo storico impegno per la vita e per la famiglia, siglato congiuntamente dal Papa e dal Patriarca di Mosca il 13 febbraio scorso, è avvenuto nello stesso periodo.
La nostra banca dati, le nostre competenze, il nostro tempo, sono a disposizione di chiunque ci chieda informazioni. Abbiamo, in questo senso, fornito consulenza e sostegno anche ai Senatori che si stanno impegnando per bloccare il ddl Cirinnà: il video che girava tra i parlamentari e riassume le vere intenzioni dei firmatari del ddl Cirinnà, con la registrazione delle loro stesse parole, è opera nostra.
Insomma, cerchiamo di darci da fare. Ma se i nostri “cinque pani” vengono moltiplicati e da essi si ottiene tanto frutto è anche grazie al sostegno che ci arriva da tutti voi, cari lettori, attraverso le mail, i commenti (e ci scusiamo se non riusciamo a pubblicarli tutti), le donazioni, e ogni altra forma di collaborazione.
Dio vi benedica.
Francesca Romana Poleggi