Animato e con un’ottima partecipazione l’appuntamento di venerdì 20 dicembre a Salorno (BZ) in cui è intervenuto Toni Brandi, serata informativa a tuttotondo su temi di stretta attualità ma che non fanno notizia: cultura gender, eterofobia, attacco alla famiglia, mortificazione della vita, annichilimento valoriale.
Le domande dal pubblico sono state incessanti, tanto che quello che ci si aspettava fosse un classico convegno è divenuto subito un dibattito aperto tutte le suggestioni che i presenti volevano affrontare.
Il filo conduttore però è stato nettamente modulato su due piani: conoscenza ed azione. Essere consapevoli, informarsi, diffondere la verità, pregare per chi ha Fede ma anche e soprattutto essere pronti ad affrontare queste tematiche con la forza della ragione. Perché alla base di tutto vi è l’evidenza di una cosa che esiste e non può essere mascherata tanto da unire in una medesima posizione il mondo cristiano, un medico come Ippocrate che Gesù non ha conosciuto essendo vissuto nel 400 a. C. e Stalin, persona che certamente non può essere tacciata di vicinanza con la Chiesa. Tutti loro, consapevoli o meno, danno seguito alla legge naturale e divina, ripudiando l’aborto.
L’evidenza viene però accuratamente offuscata da un mondo in cui il potere decisionale, quello giudiziario, i poteri forti ed i mezzi di comunicazione di massa si genuflettono ai fautori della morte: presentano, per esempio, dei transessuali come fossero stars per il sol fatto di non appartenere ad un sesso definito ma nascondono l’altissima percentuale di suicidi che una tale confusione comporta; arrivano addirittura a stupirsi delle baby squillo. Ma, se come il buon ’68 insegna, “ciascuno fa la propria morale”, ed i valori sono da considerarsi, come direbbero Einstein e Freud, alla stregua di “velenose certezze”, queste sono le ovvie quanto minori conseguenze.
Peccato che è proprio su queste “velenose certezze” che l’umanità è vissuta per millenni.
Di qui l’abbandono scientifico di tutto ciò che vi è di tradizionale e di Sacro. Non a caso le femministe sessantottine si autoidentificano quali streghe: non vi è poi tanta differenza tra uccidere un bambino nel ventre della madre con una pompa per biciclette e le raffigurazioni classiche di streghe che danzano esponendo i corpi dei bambini che andranno a sopprimere.
Uno dei maggiori esponenti contemporanei della battaglia contro queste mistificazioni è Vladimir Putin che sta dando prova che la forza di un popolo la si riscontra nella capacità mitopoietica che sa sviluppare su e per se stesso.
“Orare et pugnare” perché, se non ci si muove anche fattivamente su tutti i livelli possibili la cultura della morte vincerà. Petizioni, marce, informazione, convincimento, fare rete, essere modello: tutto affinché la verità veicoli il più possibile. “Nel tempo dell’inganno universale” scrive Orwell “dire la verità è un atto rivoluzionario.”
Redazione