“Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”, disse Albert Camus. Così fanno le Sentinelle in Piedi, movimento italiano apartitico e aconfessionale, che si è dato appuntamento in cento piazze d’Italia domenica 5 Ottobre per manifestare civilmente il proprio dissenso sul disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia, la transfobia e contro l’ideologia del genere. Per aver espresso silenziosamente e pacificamente le loro opinioni sono stati assaliti da fanatici in molte piazze.
A Bologna, le associazioni LGBT con i centri sociali hanno aggredito fisicamente e verbalmente famiglie e manifestanti, circa un centinaio, che in silenzio vegliavano. Prima hanno costretto le Sentinelle a cambiare piazza, poi, non contenti, hanno deciso che non dovevano più manifestare ed hanno iniziato a lanciare di tutto verso quelle donne, quegli uomini e quei bambini ormai chiusi in un angolo e protetti solamente da un cordone di forze dell’ordine. Una mamma che portava il suo bambino di un anno con la carrozzina è stata coperta di insulti e sputi, gli altri sono stati definiti ‘troie’, ‘merde’ e ‘senza palle’. Alcune donne e bambini sono stati aggrediti con bestemmie e spintoni. A Torino si è registrata la stessa cosa. Associazioni Lgbt, accompagnate da frange della sinistra antagonista dei centri sociali, hanno dapprima insultato le Sentinelle in piedi, poi cercato il contatto fisico senza però mai riuscire nel loro intento. E così è stato anche ad Aosta, Trieste, Genova, Pisa, Napoli, Milano e Rovereto, dove la polizia era assente e Don Matteo Graziola è stato aggredito e portato in ospedale. Ma il silenzio, le omissioni, le bugie e la distorsione dei fatti operata dai maggiori medi sono stati scandalosi. Quindi ci congratuliamo con la redazione de Il Trentino, per il coraggio nel pubblicare questo articolo, dando risalto alla nostra denuncia per i fatti di Rovereto.
Noi siamo con le Sentinelle in corpo, anima e spirito fin quando la ragione ed il buonsenso trionferanno!
Redazione