Da Aosta a Cagliari, da Matera a Bergamo, la mobilitazione delle Sentinelle in Piedi non conosce sosta poiché cresce ogni giorno il numero di cittadini che in piedi, nelle piazze, chiedono la tutela della libertà di espressione messa in discussione dal Ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato.
Come da mesi andiamo ripetendo questo testo viene presentato come necessario per prevenire violenze ai danni di persone con tendenze omosessuali, ma come tutti sanno il nostro ordinamento giuridico già alla forma attuale prevede pene e sanzioni per chiunque si renda protagonista di atti di aggressione nei confronti di qualunque cittadino, per questo il testo è semplicemente un apripista a provvedimenti che istituiscano nuovi presunti diritti civili rivendicati dagli attivisti LGBT e a impedire l’espressione di opinioni contrarie agli stessi, che potranno essere punite con il carcere.
Se noi lo andiamo ripetendo da mesi, oggi a darcene conferma è anche quanto accade all’interno delle istituzioni locali. Poche settimane fa a Ferrara le realtà legate al P.I.C.O., che comprende il Comune e la Provincia di Ferrara, si sono schierate contro le Sentinelle in Piedi accusandole di essere portatrici di un “messaggio omofobico”, “contro le rivendicazioni dei diritti delle persone gay, lesbiche e transessuali”, oggi un attacco simile arriva da Modena dove la capogruppo della lista Per Me Modena, Adriana Querzè, firma un’interrogazione in cui definisce le veglie dei “presidi omofobi” i cui partecipanti sarebbero da ostacolo al “percorso di conquista dei diritti delle persone Lgbt” nel nostro paese, ecco la conferma dunque: in nessuno di due casi non si parla della tutela di persone vessate, bensì di presunti diritti negati.
Non solo, se ad accusarci di omofobia oggi sono anche rappresentanti delle istituzioni, è vero quello che andiamo denunciando da mesi, ovvero che se la legge dovesse passare noi potremmo essere denunciati per omofobia, e quindi condannati e quindi finire in carcere, per il solo fatto di aver espresso dissenso nei confronti di un di una legge, azione che credevamo alla base di qualunque democrazia.
Che la libertà di espressione oggi non sia garantita per tutti inoltre, lo conferma anche quanto accaduto a Siena, dove alle Sentinelle in Piedi è stato dapprima vietato di manifestare nella piazza concessa, poi di volantinare, poi di lasciare i volantini su un tavolo, infine di parlare con un megafono. Il tutto senza che il sindaco di Siena Valentini sia stato in grado di fornire delle spiegazioni plausibili a chi le ha legittimamente richieste in consiglio comunale.
Di fronte a questo le Sentinelle in Piedi non possono che continuare a vegliare. Dallo scorso 5 agosto, giorno dell’inizio dell’iter del DDL Scalfarotto alla Camera, la rete delle Sentinelle in Piedi è in continua e costante crescita. Semplici cittadini che mai avrebbero pensato di manifestare nelle piazze hanno compreso che la libertà di espressione è troppo importante per non farsi sentire, indipendente dall’appartenenza religiosa o associativa, dalla preferenza partitica o dall’inclinazione sessuale, occorre vegliare oggi per poter esser liberi di esprimersi domani.
I prossimi appuntamenti:
– Mercoledì 9 luglio a Cagliari alle 20.00 al Bastione Saint Remy
– Giovedì 10 luglio ad Aosta alle 17.30 in Piazza E. Chanoux
– Venerdì 11 luglio a Bisceglie (BT) alle 20.30 in Piazza V. Emanuele
– Sabato 12 luglio a Montalbano Jonico (MT) alle 20.30 in Piazza Vittoria
– Venerdì 18 luglio a Matera alle 20.30 in Piazza V. Veneto
– Sabato 19 luglio a Reggio Emilia alle 18.30 in Piazza Martiri del 7 luglio
– Sabato 19 luglio a Saluzzo (CN) alle 18.00 in Piazza Vineis/Corso Italia
– Domenica 20 luglio a Bari alle 20.00 in Piazza Del Ferrarese
– Sabato 25 luglio a Bergamo alle 20.45 sul Sentierone
Comunicato stampa
Sentinelle in Piedi