“Firma anche tu la petizione per salvare i minori del Forteto. Poi Pro Vita, una volta raccolte le adesioni (punta a raggiungerne almeno 10.000) indirizzerà il tutto a Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’Interno, Ministro della giustizia, Ministro del lavoro e delle politiche sociali; Ministro della Salute; Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio; Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza; Autorità Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza; Tribunale per i Minorenni di Firenze; Servizi sociali del Comune di Firenze. Cos’è il Forteto? Per Toni Brandi, presidente dell’associazione, è una cooperativa agricola ma nasconderebbe l’inferno.
Fondata nel ’77 si strutturò presto come comunità di accoglienza e di recupero, diventando anche una comunità modello, e – si legge nel sito di ProVita – “celebrata in Italia e nel mondo da personaggi della politica, delle istituzioni e della cultura”. Peccato che abbia poi visto i suoi vertici sotto processo per maltrattamenti e abusi sessuali. E oggi che gli ispettori ministeriali hanno rifiutato il commissariamento della cooperativa, senza tener conto delle risultanze della commissione regionale d’inchiesta (come denunciato dai consiglieri regionali Mugnai, Donzelli e Chincarini) né di quanto sta emergendo dal processo penale, il caso sta suscitando sempre più reazioni e polemiche. A Brandi chiediamo informazioni ulteriori sulla loro battaglia per chiudere il Forteto.
Perché la petizione e come commenta gli ultimi risvolti sul caso Forteto?
«Lo scandalo del Forteto va avanti da trent’anni e Fiesoli (detto Il Profeta, è il fondatore, ndr) è già stato condannato due volte (nell’85 per pedofilia, nel 2000 per maltrattamento di minori, poi arrestato per abusi sui minori nel 2011 e adesso nuovamente sotto processo, ndr). Durante un viaggio che abbiamo fatto con una troupe russa abbiamo intervistato un’ispettrice di Polizia, ma non posso fare il nome, a cui hanno letteralmente rovinato la vita. Ora è nei guai e in grave crisi economica, ci ha detto che numerose volte ha cercato di denunciare questo scandali e oltre ad averla bloccata, le hanno rovinato la carriera».
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Intervista a cura di Marta Moriconi