La realtà nascosta dietro l’associazione “culturale” LGBT ANDDOS non finisce di sorprendere: oltre al legame con l’UNAR, spunta anche quello con il CONI.
ProVita, consultando informazioni accessibili al pubblico, ha scoperto ulteriori notizie sconcertanti: l’associazione “ANDDOS“, nata da una costola di Arcigay e che in passato Flavio Romani ha definito «l’anima ricreativa dell’Arcigay» – il 7 luglio 2015 ha sottoscritto un protocollo d’intesa e si è affiliata all’AICS, l’associazione italiana cultura sport, che dipende dal CONI.
«C’è davvero da chiedersi quale sia lo “sport” praticato nei circoli ANDDOS – si chiede il senatore Lucio Malan di Forza Italia – Sorprende che l’ANDDOS venga riconosciuta dal CONI al pari di organizzazioni di ben altro prestigio».
L’on. Lorenzo Fontana, europarlamentare, vice segretario della Lega Nord ha aggiunto: «Chiediamo che sulle associazioni in oggetto siano effettuate approfondite verifiche, sia riguardo alle attività poste in essere, sia riguardo alla rispondenza di queste attività con quanto dichiarato. La vicenda emersa dal servizio delle Iene è gravissima e delinea una più ampia responsabilità, che arriva fino al governo. Per questo riteniamo che il sottosegretario Boschi debba fare chiarezza e che l’Unar, organismo alle sue dipendenze, debba essere chiuso. Le dimissioni dell’ormai ex direttore, pur doverose, non bastano».
«Abbiamo chiesto al CONI una presa di posizione ufficiale in merito», – dichiara Toni Brandi, Presidente di ProVita Onlus. «Ma – prosegue – non solo l’ANDDOS è collegata all’AICS, è anche promotrice di progetti tesi all’educazione (omo)sessuale e ‘di genere’ (si veda “Parlami d’amore”) che vengono propinati dagli ideologi del gender a scuola, ai nostri ragazzi. È veramente la goccia che fa traboccare il vaso. Intanto, però, chiediamo con forza che il Governo intervenga e chiuda l’UNAR».
Conclude Brandi: «Per questo ProVita ha indetto anche una raccolta firme: #chiudeteUNAR. Del resto anche dai rapporti OSCE risulta che la discriminazione sull’orientamento sessuale in Italia e quasi in esistente».
Ufficio Stampa ProVita Onlus