Il 15 marzo, a Parigi, si discuterà e si voterà su un progetto di risoluzione e di raccomandazione sui diritti umani e sulle questioni etiche legate alla ignobile pratica dell’utero in affitto.
La questione riguarda l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (lo stesso organismo di cui fa parte la CEDU, NON è l’UE), e specificamente il Consiglio Affari sociali, per la Salute e per lo Sviluppo Sostenibile.
Come abbiamo già detto la relazione è stata affidata alla Belga Petra De Sutter, medico impiegato in una clinica per la fertilità dove si affittano anche uteri: il conflitto d’interessi è palese, è stato denunciato, ma la denuncia è caduta nel nulla del politicamente corretto condito – probabilmente – con gli interessi ideologici ed economici che ci stanno dietro.
ProVita ha inviato, quindi una e mail a tutti i membri italiani di questa commissione: vedrete l’elenco in fondo. Sono deputati e senatori prevalentemente della maggioranza che sostiene Renzi e le sue unioni civili (anche se la Cimbro pare si sia dichiarata espressamente contraria all’utero in affitto). Quindi potrebbero essere i tipi giusti per votare su una soluzione viscida e compromissoria come il rapporto De Sutter.
Però far loro sentire il fiato sul collo, far loro capire che li osserviamo e ce ne potremo ricordare alle prossime consultazioni elettorali potrebbe servire.
Invitiamo quindi tutti i lettori a copiare – se vogliono – il testo seguente, o scriverne uno analogo e inviarlo ai seguenti onorevoli (se scrive un singolo cittadino sarebbe meglio mandare 5 e mail separate, per ogni partito. Se scrive un’associazione ne basta una per tutti):
Nunzia Catalfo (M5S), Cristina De Pietro, Adele Gambaro (Misto), Giuseppe Galati (ALA), Francesco Amoruso (FI), Laura Puppato (PD), Eleonora Cimbro (PD), Maria Teresa Bertuzzi (PD)
ai seguenti indirizzi:
[email protected], [email protected],
[email protected], [email protected], [email protected],
Redazione
Onorevoli Membri dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa,
la relazione De Sutter, sull’utero in affitto che siete chiamati a votare il prossimo 15 marzo, è un documento da respingere radicalmente.
Esso formalmente condanna lo sfruttamento delle donne, ma sostanzialmente l’accetta e in definitiva lo promuove (con i soliti falsi paletti che verranno aggirati, ignorati e spostati senza problemi, come da copione ormai collaudato).
In sostanza non vi è alcuna proposta concreta per impedire alle persone di ricorrere alla maternità surrogata, che non dobbiamo vergognarci di chiamare con il suo vero nome: utero in affitto, che è – in realtà – una grave violazione dei diritti umani in sé e come tale dovrebbe essere sanzionata senza se e senza ma da un organismo come il Consiglio d’Europa.
Voi sapete bene che viola il diritto internazionale ed europeo: la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000), la Convenzione sui diritti del fanciullo (1989) e il suo protocollo contro la vendita di bambini (2000), le Convenzioni sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (1979), le norme sull’adozione dei minori (1967 e 1993), sulla tratta di esseri umani (2005) e sui diritti dell’uomo e la biomedicina (1997).
L’unico tipo accettabile di regolamento che il Consiglio d’Europa dovrebbe promuovere è un divieto totale di maternità surrogata, attraverso un accordo internazionale.
Per queste ragioni noi ci appelliamo a voi, membri della Commissione per gli affari sociali, per la salute e lo sviluppo sostenibile, affinché prendiate una posizione netta, a tutela dell’integrità fisica e psichica delle donne e dei bambini che sono vittime – sempre- dei contratti di maternità surrogata.
Vogliamo ricordare che è in corso una mobilitazione mondiale di cittadini (e di donne) con diversi tipi di petizioni, che stanno raccogliendo, anche in Italia, centinaia di migliaia di firme di esperti, attivisti e gente normale.
Sono certo che potrò essere orgoglioso del vostro intervento e delle vostre dichiarazioni di voto in questa materia decisiva e dirimente, tanto che alle prossime consultazioni elettorali in Italia, potrò tener conto del vostro impegno sostanziale a tutela dei diritti umani, soprattutto delle donne e dei bambini, e dare un sostegno concreto alle vostre candidature e a quelle di persone che voi considerate ugualmente sensibili ai diritti dei più deboli.
Con stima e cordialità