Oggi come oggi, le icone di questa società sono spesso modelli negativi, soprattutto per i giovani: impazzano brutti cantanti, che neanche cantano nel senso proprio del termine, e che predicano sesso, droga, violenza e disperazione; oppure attori bellissimi, dotati di una perfezione estetica del tutto artificiale e quindi irraggiungibile, che conducono una vita sregolata, nel lusso più sfrenato. Tra gli sportivi, sono mitici i calciatori, tra i quali spesso si idolatrano personaggi di discutibile moralità, ricchi fino all’inverosimile, che tramite i social e il gossip non trasmettono davvero messaggi e valori positivi. Gli sportivi che conducono una vita sobria e che magari credono nei principi non negoziabili preferiscono non mettersi in mostra: sarebbero vulnerabili al tritacarne mediatico che facilmente si mette in moto verso i personaggi controcorrente. Poi ci sono le eccezioni. Si incontrano uomini come Nicola Legrottaglie, già difensore in squadre importanti come la Juventus, ora allenatore, che invece non teme di parlare di disciplina e di valori. Perché nella vita i valori non devono essere messi in secondo piano, neanche sotto i riflettori abbaglianti degli stadi di serie A. Leggete l’intervista che ci ha rilasciato: per me è stata un’iniezione di speranza. La positività del messaggio che trasmette, cari Lettori, vi accompagni per tutto questo tempo di estate e - ci auguriamo - di sano e meritato riposo. Corroboratevi dopo un anno di lavoro e di fatica, perché a settembre, quando ci rivedremo, il Parlamento dovrà esprimersi a proposito di eutanasia e di suicidio assistito: state in sintonia con ProVita & Famiglia, perché non lasceremo al partito della morte il campo aperto e avremo bisogno di tutti voi per contrastare la deriva eutanasica che sembra aver gioco facile in questo nostro amato e meraviglioso Paese.
Toni Brandi