Tra poche settimane, il 20 maggio, siamo tutti invitati a Roma per partecipare alla VII Marcia per la Vita. La manifestazione è un segno di gioia, di rispetto e di amore per la vita, per tutti gli esseri umani, ma soprattutto per quelli deboli e fragili che più facilmente finiscono nel tritacarne della cultura della morte: sono stati presi di mira gli anziani e i malati con la legge sull’eutanasia (che mentre andiamo in stampa ancora si discute alla Camera), e da quarant’anni massacriamo i bambini nel grembo materno con l’aborto.
Perciò, anche in questo numero di Notizie ProVita dobbiamo parlare di eutanasia e di aborto: perché il potere del nichilismo e del relativismo mortifero è grande, ma noi sappiamo bene che la gente – se adeguatamente informata – è a favore della vita e crede nella solidarietà vera di una società che accoglie e protegge i più deboli.
Abbiamo poi pensato, quale invito a partecipare alla Marcia per la Vita, di descrivere l’evoluzione del bambino nel grembo materno. Il mistero della vita è affascinante: mostrarlo e spiegarlo è il modo più positivo che c’è per suscitare orrore nei confronti dell’aborto.
La cultura della vita vincerà. Ne abbiamo avuto prova in occasione dei convegni che abbiamo organizzato con Gianna Jessen, che si sono rivelati in ogni luogo un successo strepitoso. A maggio, Gianna tornerà in Italia e ci farà l’onore di intervenire per un saluto al convegno che ProVita, con Human Life International e l’Istituto del Verbo Incarnato, ha organizzato all’Angelicum la mattina del 20 maggio, prima della Marcia, alla quale la stessa Gianna intende partecipare.
In queste pagine, poi, in omaggio alla vita, avremo occasione di approfondire questioni antropologiche attuali circa l’identità maschile e la gioia profonda che comporta la paternità; parleremo anche di educazione sessuale e dell’importanza socio-economica della procreazione, con un invito piuttosto provocatorio: «Facciamo figli, facciamo i conigli!». Fare figli secondo natura, fare figli senza “aspettare” di avere il SUV o le altre “cose” che la società consumistica ci impone, serve alla realizzazione delle persone, alla felicità delle famiglie: c’è la crisi? Ebbene, fare figli, far crescere la popolazione – sembra incredibile – serve proprio per uscirne. Quindi “fare i conigli” serve anche alla crescita del PIL.
Toni Brandi