Quando ho conosciuto Toni Brandi e ho cominciato a collaborare con la Laogai Research Foudation Italia, nel 2008, avevano appena tradotto e pubblicato Cina, traffici di morte, che denuncia e documenta la vendita degli organi dei condannati a morte gestita dalla dittatura cinese. Un traffico molto redditizio, per cui i prigionieri vengono condannati in base agli organi richiesti e le esecuzioni avvengono nei luoghi e nei tempi opportuni.
«Detto ciò, ora al posto di “condannati a morte” mettete “bambini da abortire” e al posto di “dittatura cinese” mettete “democrazia occidentale”», spiega Brandi nell'editoriale del numero 109 della nostra Rivista.
Qualcosa del genere succede anche in Italia:
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Capisco che questi racconti dell'orrore possono non piacere, ma non si può girare la testa da un'altra parte.
Francesca Romana Poleggi