Lo strepitoso successo delle conferenze di Gianna Jessen alla fine dello scorso anno ci ha imposto di invitarla nuovamente nel nostro Paese e di dedicare parte di questa Rivista al tema dell’aborto, genocidio silenzioso in atto in Italia ormai da quarant’anni. Avrete notato che vi abbiamo fatto un regalino: una spilletta dorata. Si tratta del calco di dimensioni 1:1 dei piedini di un bambino, a dodici 5 settimane di gestazione. Quello che si può abortire, secondo la legge 194, perché è “un grumo di cellule”, secondo molti…
Parlando di aborto, poi, vale la pena ricordare che anche la madre viene terribilmente segnata dall’aborto: non solo dal punto di vista psichico, ma anche fisico. Questo viene ignorato dalla “cultura della morte”, che continua a minacciare chi cerca di aiutare le donne in difficoltà e a discriminare l’obiezione di coscienza.
Come potete vedere, in questo numero di Notizie ProVita abbiamo voluto inquadrare il triste fenomeno dell’aborto nell’ambito di una vera e propria guerra in atto contro i bambini: se i piccoli si possono fabbricare e distruggere a piacimento dei grandi, è logica conseguenza che possano essere considerati oggetto di piacere, ad uso e abuso dei pedofili e della “filosofia” che sottende al pensiero che «Love is love». Perciò abbiamo voluto lasciare spazio alla denuncia, vigorosa e ferma, di don Fortunato Di Noto e della sua Associazione Meter, che da quasi trent’anni si batte contro la pedopornografia e per aiutare le vittime di quella che resta una forma di violenza considerata ancora (… ma per quanto tempo?) la più esecrabile e odiosa di tutte.
Viviamo in un mondo sempre più “adultocentrico”, dove i bambini sono frequentemente considerati oggetti da assemblare, selezionare e comprare, da tenere o da eliminare, secondo il beneficio e il “desiderio” degli adulti.
Questa guerra in atto contro i bambini va denunciata ad alta voce: ci sentiamo in dovere di svegliare le coscienze che subiscono sempre più efficacemente l’anestesia operata dai media e dalla moda del pensiero dominante. Le conferenze della Jessen lo dimostrano: nonostante l’arroganza dei metodi spesso totalitari e liberticidi usati dalla propaganda della “cultura della morte”, i suoi fautori sono pochi e destinati a soccombere. La vita si incarna nei nostri figli, e tramite loro continua oltre il limite temporale che a ciascuno di noi è assegnato.
La vita vince e il rispetto e l’amore per i bambini sono naturalmente intrinseci alla ragione umana. La guerra contro i bambini è per natura una guerra persa… purché se ne abbia consapevolezza!
Toni Brandi