La questione dell'efficacia dei vaccini, dell'obbligo vaccinale e del grande potere economico e politico che hanno l’Oms e le industrie farmaceutiche che la finanziano, insieme a Bill Gates e alla Gavi (Global Alliance for Vaccines and Immunisation), si è andata intrecciando con la paura del contagio per l’epidemia di coronavirus e con la proroga dello stato di emergenza che - nel momento in cui andiamo in stampa, quando ancora non conosciamo l'esito delle urne del 20-21 settembre - fa sì che il nostro Governo possa godere di un potere molto più ampio di quello concessogli dalla Costituzione.
Si comincia a sentire il peso delle limitazioni alle libertà e dell'imposizione di obblighi sanitari che secondo alcuni fanno da corollario a certe derive autoritarie che caratterizzano la nostra sedicente democrazia.
Riflettiamo quindi insieme sulla questione dei vaccini, cercando di ragionare col buon senso, evitando le posizioni estreme e ideologiche come quelle dei “No vax”. Possiamo infatti convenire sull’utilità dei vaccini, ma forse non di tutti quelli attualmente imposti, non per tutte le persone indiscriminatamente e non già nei primissimi mesi di vita: vorremmo insomma poter decidere insieme alla “scienza e coscienza” dei nostri medici curanti il meglio per la nostra salute e per quella dei nostri bambini e dei nostri cari.
Vorremmo anche, però, poter rifiutare un vaccino (o qualsiasi altro prodotto) che derivi dalle cellule dei bambini abortiti. Pretendiamo di poter far valere le nostre ragioni etiche: nessun essere umano può essere usato come uno strumento, neanche per perseguire un fine buono. Altrimenti verrà il giorno in cui qualcuno deciderà quali sono le caratteristiche necessarie per appartenere alle persone di serie A (i soggetti) e quelle che invece definiscono gli individui di serie B (gli oggetti): un incubo che potrà persino travalicare i confini dell’eugenetica.