Abbiamo realizzato questo numero speciale di Notizie ProVita perché tanti lettori ci scrivono preoccupati per le cose che accadono nelle scuole dei loro figli. Perciò abbiamo pensato di approfondire il tema del gender, in seguito al nostro numero di febbraio, e offrire una più ampia panoramica su questo argomento: esiste o non esiste la teoria del gender? E se c’è, dov’è? Corrono pericolo i bambini a scuola?
Consigliamo sempre di leggere il Vademecum che abbiamo pubblicato on line, che è riassunto a pag. 29. Indubbiamente l’arma migliore per i genitori che vogliono salvaguardare i propri fili è la richiesta di consenso informato. Resta, poi, comunque il diritto e dovere dei genitori di vigilare e di esercitare la prerogativa di “istruire ed educare la prole” come vuole la nostra Costituzione e come sanciscono i trattati internazionali e il diritto naturale.
Non bisogna, però, perdere la calma. Bisogna essere cortesi e collaborativi.
E’ importante capire che le ignobili linee guida dell’OMS, in quanto linee guida, non sono una legge. Ma esse sono ispirate a quell’ideologia nefasta che comprende non solo il gender in senso stretto, ma l’omosessualismo e la sessualizzazione precoce dei bambini, che mira a “decostruire” i valori, la famiglia naturale e, in ultima analisi, l’individuo.
E’ quella “cultura della morte” di cui parlava Giovanni Paolo II, è quel “relativismo etico” di cui parlava Benedetto XVI, è la “colonizzazione ideologica” di cui parla Francesco. E’ un’ideologia che ha radici malvagie che arrivano fino ai tempi della rivoluzione francese. Radici che affondano nel marxismo culturale, e dal ‘68 in poi germogliano e si riproducono dappertutto, sempre più indisturbate.
Oggi, i documenti dell’ONU, le risoluzioni dell’UE, i famigerati libretti dell’UNAR, o il “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” si ispirano a questa ideologia. Sono improntati a “idee” che sono di pochi. Ma, chi ce le ha, ha i soldi e tenta molto subdolamente, a poco a poco, di insinuarle nella testa di tutti, soprattutto dei più piccoli.
Di solito lo fanno in modo cauto, con doppi sensi, infilando idee malvagie in mezzo a tante cose giuste: sì al rispetto, no alla discriminazione, no alla violenza, no al bullismo… Pure nel documento dell’OMS ci sono scritte anche cose vere e giuste. Molto, alla fine, dipende dalle persone che impartiscono le lezioni ai nostri figli: lo stesso progetto di educazione all’affettività può essere svolto da insegnanti di buon senso oppure da chi comincia a parlare ai bambini o ai ragazzi di sesso, in modo prematuro e non opportuno oppure in modo completamente sconnesso dalla morale e dai valori di rispetto del corpo e del pudore che normalmente (senza esagerazioni in senso opposto) le famiglie cercano di trasmettere.
Purtroppo però il pericolo che il gender (e tutte quelle idee di cui sopra) ci si infili nella testa (non solo dei figli, ma anche la nostra) non viene solo dalla scuola. Anzi. Il pericolo maggiore è in TV, al cinema, nei talk show, su internet, nelle mode e nei “modelli” che ci propongono.
E lì la battaglia è davvero dura: per preservare noi stessi e i nostri figli non c’è nessun “consenso informato” che ci possa aiutare. Tuttavia noi di ProVita siamo certi che la ragione e il buonsenso trionferanno!
Antonio Brandi