Sul Journal of Law and the Biosciences Sonia M. Suter, della George Washington University, spiega come potrebbe funzionare un mercato di bambini perfetti, commissionati a un “baby designer” che assembla il corredo cromosomico del piccoletto secondo i desiderata dei “genitori” (o forse sarebbe meglio chiamarli committenti, acquirenti?). La fecondazione artificiale già si fa. La selezione preimpianto pure. La diagnosi genetica e il sequenziamento del genoma ancora non si fanno su scala industriale, ma nel futuro... Tutto questo, ammette la Suter, potrebbe cambiare “l’esperienza riproduttiva”: i “genitori-acquirenti” dovranno essere guidati da professionisti e da complessi algoritmi nella scelta delle infinite combinazioni possibili di Dna e nella selezione degli embrioni prodotti. Non si tratterà solo di eliminare quelli malati o disabili, ma anche quelli con tratti somatici o attitudini non gradite. Insomma, ci sarà tanto da “pensare” prima di “fare” un figlio. Se siamo arrivati a questo punto è perché da decenni abbiamo dimenticato l’essere e ci curiamo solo dell’apparire. Un tempo si mirava alla mens sana in corpore sano. Adesso della mens importa relativamente poco. Conta solo il corpo e se non è più che sano e più che bello, non si può usare a dovere, quindi si butta via. Inoltre, «Il corpo è mio e lo gestisco io», quindi – se voglio – ne faccio anche scempio, con la chirurgia estetica e persino con la chirurgia dei genitali per “cambiare sesso”. Contestualmente, nel campo delle arti e delle mode si va coltivando il gusto dell’orrido: basta pensare ai piercing e agli abiti stracciati che impazzano tra giovani e (ahimè) meno giovani. Guardate i calciatori: i loro bei corpi di atleti sono ricoperti di tatuaggi... e come portano i capelli! Ancora una volta, quindi, dobbiamo svegliare le coscienze e invitarle ad andare contro corrente; dobbiamo essere davvero “trasgressivi” e insegnare ai nostri giovani la (sana) trasgressione: faccia pulita, capelli ordinati, jeans senza squarci. E magari proporre di tanto in tanto l’ascolto e la visione di cose belle davvero: l’Italia trabocca di opere d’arte in ogni dove e la natura del Bel Paese ci offre spettacoli mozzafiato, che spesso non siamo più capaci di vedere e di apprezzare. Riscopriamo il gusto del bello, ragionando sul fatto – però – che la bellezza esteriore non ha senso se non rimanda al buono e al vero, che sono conquiste interiori e che servono – in ultima analisi – a indicarci la strada per la felicità.
Toni Brandi