Non sono mai stata un’appassionata di fantascienza, ma negli ultimi anni ho dovuto ricredermi: è un genere profetico.
E le profezie si avverano in modo agghiacciante. Per esempio negli ultimi due episodi della saga di “Dune”, di Frank Herbert, si parla delle “vasche di coltura” dove
avviene la riproduzione umana: le Axlotl Tanks. Alla fine si scopre che queste sono donne lobotomizzate, tenute in vita allo scopo di sfruttarne gli uteri.
Dov’è la profezia? Oggi non lobotomizziamo le donne, ma ne usiamo gli uteri, le sfruttiamo nella stessa identica maniera. C’è chi dice che gli affari sono affari e la domanda incontra l’offerta, liberamente. Ma questo non vale certo per le povere dell’estremo oriente, che intascano una minima percentuale di quello che va nelle casse delle cliniche intermediarie.
Sui siti delle organizzazioni per la surrogacy del ricco Occidente, c’è chi dice che affittare l’utero è un coraggioso gesto d’amore: amore pagato decine di migliaia di dollari?
C’è qualcosa che non quadra. Gli ordinamenti giuridici – laici – dei paesi “democratici” “riconoscono e garantiscono i diritti inviolabili dell’uomo” (e delle donne) e vietano gli atti di disposizione del proprio corpo, perché – laicamente – ritengono alcuni diritti “indisponibili”, come la vita e l’integrità fisica.