01/09/2015

Settembre 2015 – Notizie ProVita – “Sesso-latria”

Nel numero di settembre si parla del culto e della deriva del sesso, visto come fosse un Dio

“Sesso-latria” Il 31 luglio e il 21 dicembre di ogni anno, da qualche tempo a questa parte, si celebrano le “Giornate mondiali dell’orgasmo” (i dettagli sono a disposizione di tutti su internet).

Questo basta a capire quale è uno dei frutti avvelenati del ’68, che ha radici nel pansessualismo Freudiano e si evolve nella rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich, di cui ci stiamo cibando da decenni: il culto del sesso, centro della nostra vita, come fosse un dio.

L’avvelenamento è stato paziente, lento e graduale: determinante è stata la iper-sessualizzazione dei media.

L’APA (American Psychiatric Association) ha pubblicato un rapporto nel 2007 sulla sessualizzazione dei bambini dovuta ai media e afferma come la focalizzazione sulle apparenze fisiche, auto-oggettivanti, è fattore di stress, genera insicurezza, demoralizzazione, vergogna, ansia e persino disperazione. I bambini vengono bombardati in continuazione da messaggi e scene con contenuto sessuale.

E’ necessario prenderne coscienza. I bambini si devono sentire amati, valorizzati per quello che sono, speciali, capaci di donare amore, aiuto. Devono capire che il rapporto sessuale “tout court” non sigilla nulla, non apre speranze e orizzonti nella storia personale dei due.

Se il desiderio di unione fisica non è incastonato nell’amore, se l’amore erotico non è anche amore fraterno, anzi, amore sponsale, l’unione è solo fisica, superficiale, fittizia, e lascerà i due esseri profondamente divisi, prima o poi delusi, estranei e più soli di prima.

I bambini vanno perciò difesi dall’impatto negativo dei media, non bisogna lasciarli soli davanti a TV e internet. Invece bisogna rivalutare il pudore, la buona educazione (non dire brutte parole, non rubacchiare, non dire piccole bugie, non usare prepotenza sono tutte cose apparentemente sconnesse e invece molto ben collegate). Soprattutto, cerchiamo di sviluppare nei bambini un senso critico nei confronti dei media: (“su di me la tv e la pubblicità non hanno potere”, “io voglio essere, non apparire”) e favoriamo attività alternative, giochi, sport, animali domestici, attività creative, artistiche o fisiche, con la famiglia e gli amici.

D’altro canto, bisogna offrire ai bambini una educazione all’affettività adeguata all’età, parlare a tempo debito della sessualità, coerentemente con i valori e con il rispetto del corpo proprio e quello altrui, fornire risposte vere alla curiosità del bambino. Bisogna che, crescendo, comprenda che il sesso è qualcosa di naturale, positivo, ma non è il centro né l’essenziale nella vita umana.

Difendere i bambini dagli squilibri generati dall’ipersessualizzazione, vuol dire salvaguardare il futuro dell’umanità.

Antonio Brandi

 

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