Ricorre oggi, 15 maggio, la XXVIII Giornata internazionale della famiglia: una celebrazione istituita dall’Onu nel 1994, che tuttavia da qualche anno a questa parte sta tradendo le proprie origini, declinando il termine “famiglia” al plurale. Poco importa, checché ne vogliano i “grandi deus ex machina” del nostro vivere, per noi la famiglia rimane una sola: quella fondata sull’unione matrimoniale tra un uomo e una donna. Tutto il resto è “altro”, e tale è giusto che rimanga anche a livello terminologico: convivenze, unioni civili, comunità...
La famiglia naturale (e non “tradizionale”, come la neolingua vorrebbe abituarci a dire) è il fondamento della società: in seno ad essa le persone nascono, crescono, vengono educate, trovano una loro stabilità. Senza la famiglia non ci sarebbe la vita e non ci sarebbe un ordine sociale, sia in termini organizzativi, sia morali.
Essendo composta da esseri umani, poi, è evidente che la famiglia perfetta non esiste: ogni nucleo ha i suoi punti forti e i suoi aspetti problematici e questi variano con il passare del tempo e il mutare delle circostanze. Ma anche questo fa parte del vivere assieme: ogni giorno è diverso dall’altro e la fatica non è risparmiata. Non è questa tuttavia una buona motivazione per annullare il valore fondativo della famiglia e denigrarla da più parti, anzi: è un’occasione in più per dire che l’essere famiglia è bello non a livello di sentimento, bensì a livello razionale. È bello sapere da dove si viene, è bello sapere di far parte di una storia, è bello non essere soli di fronte alla vita... costa fatica, certo, a tratti anche molta, ma le cose di valore hanno sempre un prezzo.
Continuiamo dunque a sostenere la famiglia e a chiedere che questa divenga una priorità riconosciuta a livello sociale... e buona giornata di festa!
Redazione