Eravamo almeno in 400, Sentinelle in Piedi, dalle 17 alle 18, a piazza San Silvestro, al centro di Roma: giovani e meno giovani, persone di tutti i tipi. Anche qualche disabile.
Di fronte, prima sull’altro lato della piazza, poi più vicini (ma la polizia si è prudentemente messa di mezzo) un manipolo di biliosi. Non c’è altro modo per definire quel gruppo di gente, arrabbiata da far pietà, che ha gridato, insultato e bestemmiato slogan e ingiurie, spesso enormi menzogne. Una cosa sono riusciti sempre e per tutto il tempo a fare: hanno suscitato in me grande sgomento e profonda compassione. Credo di aver percepito per un istante il male che fa avere tanto odio dentro.
C’era un signore, in particolare, di mezza età, dall’aria abbastanza distinta, particolarmente agitato, che si aggirava tra le sentinelle cercando in ogni modo di provocare una qualche reazione, senza alcun successo. Ad un certo punto ha anche sottratto una fotocamera ad uno del servizio d’ordine... (alla fine è intervenuto un poliziotto e l’ha restituita).
Prima dell’inizio della veglia aveva attaccato bottone anche con me: parlava come un vulcano erutta la lava, enunciando le sue tesi in modo apodittico, con somma presunzione e arroganza, e senza ammettere replica. In modo pacato ho cercato di spiegare che lui era liberissimo di fare ciò che voleva, ma che io volevo essere libera di pensare e dire che i rapporti omosessuali non sono naturali, anche per ovvie questioni fisiche. Allora lui, dopo aver sbraitato con la solita prosopopea che anche la (mia) bocca era fatta dalla natura per accogliere... non vi dico cosa, con scherno e derisione mi ha detto: “Lei crede davvero che il sedere serve solo per fare la cacca?!”
Io ho risposto: “Sì”, e poi mi sono allontanata esterrefatta.
Ho sbagliato? Dovevo rispondere? Dovevo reagire?
Per tutta la veglia, con Notizie Pro Vita tra le mani, non ho potuto leggere una riga: ho pregato per lui e per loro.
Francesca Romana Poleggi