Non è un fatto solo religioso. Il matrimonio è un istituto della legge naturale, della legge insita nella natura umana che attraverso i secoli e i millenni è andata plasmando gli esseri umani in forme, strutture e relazioni sempre più perfette, sempre più adeguate alla loro somma dignità.
E così, come dalla legge del più forte, dalla legge del taglione, dalla tribù, la società umana è andata evolvendosi verso uno Stato di diritto con il compito di tutelare i più deboli, così dalla poligamia si è arrivati al matrimonio monogamico e indissolubile che è il solo a garantire davvero la pari dignità tra i coniugi.
Certo, in questo processo - vero progresso - è stato determinante il «Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito» (Mt. 19,6) di Gesù, ma non serve essere Cristiani per sentire in fondo al cuore che se non è esclusivo e per sempre non è vero amore.
E che il bene faccia bene - e il matrimonio offra una serie di benefici per i coniugi, i figli e la società tutta - le scienze sociali sono in grado di misurarlo, della qual cosa diamo conto ai nostri Lettori.
Ma sappiamo anche troppo bene quanto il male, volto alla distruzione dell’essere umano, abbia lavorato indefessamente per scardinare la legge naturale dai nostri cuori e dalle nostre società civili che, così, non sono più per niente civili e celebrano il divorzio come fosse una conquista di civiltà!
Eppure, ancora una volta è Natale. Ancora non si è stancato, quel Bambino, di nascere per noi e ravvivare la «luce per illuminare coloro che sono nelle tenebre e nell’ombra della morte», luce della ragione e del cuore che - per quanto il male si dia da fare - non sarà mai spenta del tutto.
Sia questo il mio augurio per voi, cari Lettori: che la vostra vita sia sempre più rischiarata da questa luce e il vostro Natale sia buono e santo.
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