Con tanti auguri a tutti per il Nuovo Anno, Notizie Pro Vita dedica il primo numero del 2019 in modo particolare alle donne: perché ogni donna merita che cessi davvero ogni ingiusta discriminazione e perciò merita, innanzi tutto, la verità...
Secondo il pensiero unico dominante, le donne hanno dovuto aspettare i primi del Novecento, o – meglio ancora – il Sessantotto, per essere “liberate”. E della loro “liberazione” – sempre secondo la vulgata – devono ringraziare il movimento femminista, grazie al quale hanno ottenuto il riconoscimento dei diritti e della parità dignità con l’uomo: questa è una delle tante idee false e bugiarde che sono ormai radicate nella mente dei più e che per amore di Verità bisogna confutare.
Da un lato la storia dimostra – come scrive uno storico di spessore come Francesco Agnoli a pag.14 – che il merito dell’emancipazione vera della donna va dato al Cristianesimo, fin dai suoi primi secoli: Schopenhauer diceva che il Cristianesimo è quella «religiosità esaltata» che ha determinato la «venerazione fantastica della donna e del valore cavalleresco, dunque Dio, la dama e la spada, i contrassegni di ciò che è romantico».
Dall’altro lato, la realtà attuale ci dimostra che negli ultimi vent’anni l’ideologia di genere ha completato quella che è una vera e propria opera di disumanizzazione della donna e della maternità: del resto i nostri Lettori sanno bene che il gender è una della più subdole e perverse manifestazioni di quella cultura della morte che è tesa alla destrutturazione della persona e della società. Un’opera tanto maligna può compiersi solo se si distrugge alla radice la famiglia: dapprima con l’annichilimento del padre e dell’autorità, e poi con l’abolizione della donna – madre: alcuni già dicono che “mamma” è solo un concetto antropologico.
L’Anno Nuovo comincia con la festa della Madre di Dio: un omaggio alla Donna che, parafrasando Dante, è tanto grande e tanto vale. È in particolare alle donne, quindi, che Notizie Pro Vita vuol dedicare questo primo numero del 2019, con tanti cari auguri a tutti.
Toni Brandi
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