Siamo lieti di rilanciare la notizia (si veda ad esempio Repubblica.it) che a Palermo riapre una “Culla per la Vita”.
Due anni fa, infatti, era stato interrotto il servizio di videosorveglianza dall’Assessorato regionale alla Sanità (Assessore Lucia Borsellino) dopo che, a partire dal 2007, lo stesso Assessorato ne aveva assunto l’impegno attraverso il collegamento ADSL alla sede operativa del 118.
L’idea originaria fu dell’indimenticato e indimenticabile Giuseppe Garrone: vista la frequenza con cui venivano ritrovati neonati abbandonati nei cassonetti per le immondizie, Garrone rilanciò le ruote degli esposti in chiave moderna: un luogo attrezzato e riscaldato dove lasciare il bambino, con la certezza che persone qualificate ne avranno cura. Oggi in Italia, ce ne sono una quarantina.
Oggi a Palermo, un accordo tra il Policlinico e il Movimento per la vita, è stato siglato dal direttore generale del Policlinico Rosario Li Donni, e dal presidente del Movimento Per la Vita di Palermo, Rosa Rao, e dal presidente della Federazione regionale dei Movimenti e Centri di aiuto alla Vita della Sicilia, Giuseppa Petralia.
La culla ha sede nei locali concessi gratuitamente dall’Istituto religioso delle Figlie della Carità di San Vincenzo, in via Noce 28.
La “culla”, accoglie i figli delle donne che non possono o non vogliono partorire in ospedale garantendone l’anonimato. E’ dotata di un impianto di video-sorveglianza collegato 24 ore su 24 con l’Unità di Terapia intensiva neonatale (Utin) dell’Azienda Sanitaria, che monitora esclusivamente il cuscinetto dove viene riposto il neonato e di sensori che segnalano tempestivamente al personale addetto la presenza del bambino.
Redazione