Marito e moglie avevano avviato avuto in affidamento due bambini in attesa di adozione, in Inghilterra.
Quando i servizi sociali, dopo alcuni mesi, hanno comunicato che avrebbero dato i bambini in adozione a una coppia gay, i coniugi hanno espresso le loro perplessità dicendo che i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà.
Hanno fatto loro stessi domanda di adozione, ma gli è stata rifiutata per le loro opinioni “preoccupanti” a proposito dell’adozione da parte degli omosessuali.
Erano stati definiti come una famiglia idonea, capace di cura e di calore per i bambini in difficoltà. Ma quando hanno espresso l’opinione che i bambini hanno bisogno di una figura materna femminile e una paterna maschile, il dipartimento dei servizi sociali oltre a toglier loro i bambini, li ha dichiarati inidonei.
La coppia non ha assolutamente espresso opinioni omofobiche. Ha semplicemente espresso le proprie opinioni in termini molto civili, moderati. Essendo cristiani, hanno detto di essere propensi ad amare tutti gli esseri umani, immagine e somiglianza di Dio, a prescindere dall’orientamento sessuale.
La decisione dei servizi sociali li discrimina ingiustamente e non tiene conto dei bisogni e dell’interesse dei bambini. «I bambini ci amavano; noi li amavamo. Tutti i rapporti degli assistenti sociali mostrano che siamo una famiglia stabile, amorevole e attenta».
A qualsiasi bambino, curato da uomini, indipendentemente dal fatto che siano omosessuali o no) manca una madre (o, nel caso di due donne, il padre).
Tutte affermazioni che fino a pochi anni fa erano del tutto scontate. Oggi, invece, la propaganda omosessualista ha reso necessario ribadire l’ovvio. Ma nel farlo si rischia d’essere penalizzati.
E in tutta questa vicenda – e in tutte le vicende come questa – chi ci rimette? Comunque, le vittime delle follie ideologiche sono i bambini.
Redazione
Fonte: The Telegraph
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contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini