Aborti forzati e sterilizzazioni coatte in Cina, sono ancora una tragica realtà
Oggi, il 2 dicembre 2014, è il Giving Tuesday, il “Martedì del dono”, un giorno che dal 2012 viene dedicato in tutto il mondo a sensibilizzare alla generosità, al ricambiare i doni ricevuti.
In questo contesto, Reggie Littlejohn, presidentessa di Women Rights without Frontiers, fa un appello via web affinché non siano dimenticate le violenze che tuttora subiscono le donne e i bambini cinesi, a causa della brutale politica del figlio unico, che ancora oggi miete vittime a tutto spiano.
Le notizie che sono giunte in Occidente a proposito di un apparente ridimensionamento della violenza sulle donne e i bambini sono false: opera di abile propaganda della dittatura cinese e dei media che a buon bisogno sono adeguatamente ammorbiditi dal denaro frusciante con cui da Pechino si stanno letteralmente comprando tutto il resto del mondo.
Intanto i dati ufficiali cinesi parlano di 13 milioni di aborti l’anno; cioè 35 mila al giorno, quasi 1500 ogni ora.
E le vittime dell’aborto in Cina, come in altri paesi dell’estremo oriente, sono soprattutto le bambine. Nonostante Women Rights Without Frontiers ne riesca a salvare alcune, quanto sono ogni anno le bambine “mancanti”?
Allora, in occasione del Giving Tuesday, possiamo loggarci al sito di Women’sRights Without Frontiers, e magari offrire un piccolo contributo ad un’associazione che si batte sul campo per salvare i bambini e soprattutto le bambine cinesi dalla continua, attuale, strage degli innocenti.
Redazione