«Non sarà di certo il consigliere Casadei a stabilire se un cittadino ha o non ha il diritto di pregare perché la dignità della vita umana sia sempre rispettata dal concepimento alla morte naturale in privato così come in qualsiasi spazio pubblico, come garantito dalla Costituzione italiana, “la più bella” solo quando conviene politicamente alla Sinistra. Pensavamo di aver relegato queste folli pretese staliniste agli oscuri decenni del Novecento, ma evidentemente le tentazioni totalitarie tornano prepotentemente alla ribalta in Emilia Romagna. Casadei la smetta di usare il dramma dell’aborto per fomentare una vergognosa campagna mediatica anticristiana. L’unica, vera pressione psicologica sulle donne l’ha fatta la Regione Emilia Romagna consentendo l’assunzione della pillola abortiva RU486 a domicilio, abbandonando le donne a una disperata solitudine». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, rispondendo alle accuse giunte dal consigliere del Movimento 5 Stelle in Regione Emilia Romagna Lorenzo Casadei.
Dal Consigliere, infatti, sono arrivate altre e pesanti accuse sul tema delle veglie pro life organizzate davanti ad ospedali e cliniche, che tra l’altro non riguardano Pro Vita & Famiglia che ieri aveva già smentito la fase news di averne organizzato alcune per il periodo della Quaresima. Nonostante la smentita, infatti, Casadei ha continuato ad accusare Pro Vita & Famiglia di essere in qualche modo coinvolta in queste veglie, affermando anche che «la violenza non si manifesta solo con atti fisici, ma anche attraverso metodi subdoli come slogan, cartelli e rosari esibiti nelle vicinanze delle strutture sanitarie, esercitando pressioni indebite sulle donne che scelgono l'interruzione volontaria di gravidanza». Accuse che, appunto, la onlus ha ulteriormente smentito.