14/04/2016

Aborto e Consiglio d’Europa: la nota dei medici cattolici

L’11 aprile il Consiglio d’Europa si è pronunciato stigmatizzando le notevoli difficoltà delle donne ad accedere all’aborto nelle strutture pubbliche e il fatto che i medici e il personale ospedaliero che non hanno scelto l’obiezione sarebbero discriminati e sarebbero vittime – scrive il Consiglio d’Europa – “di diversi tipi svantaggi lavorativi, diretti e indiretti”.

Un pronunciamento che conferma la linea pro-morte che l’organo di Strasburgo aveva già dimostrato di voler seguire nei mesi passati.

Su questa notizia i commenti sono stati i più disparati. Tra questi quello dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e della Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche, che hanno definito “sconcertanti” le dichiarazioni del Consiglio d’Europa in merito al ricorso all’obiezione di coscienza.

Un diritto sancito dalla stessa legge che disciplina l’aborto in Italia. Filippo Maria Boscia, il presidente dell’Amci, e Vincenzo de Filippis, segretario generale della Feamc, hanno quindi fatto sapere che “ogni azione politicamente trasversale espressa contro il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario è assolutamente intollerabile”. Come pure è intollerabile fare della “democrazia, demagogia”. Così, secondo i rappresentanti dei medici cattolici, “si creano conflitti generalizzati che comportano ricadute sulla vita di tutti“.

I medici cattolici rivendicano così l’obiezione di coscienza, che è un diritto fondamentale della persona e in quanto tale va rispettato. E non è legato soltanto a convinzioni religiose o etiche, spiegano i medici cattolici, ma si esercita “anche e soprattutto in riferimento a convincimenti profondamente laici di tutela del diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento”.

the_hand_of_hope_aborto_5Sono tanti coloro i quali, colpiti dal burn out o dalla sindrome del boia, desiderano diventare obiettori” e “sono in molti che hanno difeso il diritto alla maternità consapevole e che continuano a pensare che sia un obbligo morale aiutare le donne in difficoltà”, spiegano le associazioni. “Sono molti che, dopo tanti anni di attività abortive svolte con convinzione o permissione, in riflessione critica esistenziale chiedono di diventare obiettori“.

L’intervento della Commissione Ue, inoltre, precisano i medici, costituisce inoltre una palese violazione dell’articolo 9 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, che disciplina l’obiezione di coscienza come diritto fondamentale delle persone. Un intervento, quindi, quello della Commissione Ue, poco democratico e poco rispettoso dei principi e dei valori fondanti della stessa Unione Europea.

Anche il personale sanitario che oggi pratica aborti e che avverte psichicamente un disagio derivante dall’obbligo di compiere un dovere che ripudia la natura umana”, continua la nota delle associazioni, “anch’esso ha diritto a poter obiettare: non c’è futuro per l’Europa se non in una scelta di superamento della logica abortiva nella prospettiva di accoglienza della vita umana, sostenuta spesso più a parole che nei fatti“.

Intanto Sinistra Italiana, che prende la palla al balzo da Bruxelles, ha chiesto al governo e al ministro della salute Lorenzin di informare urgentemente il Parlamento sulla reale applicazione e il rispetto della 194 (che tra l’altro, guarda un po’, contempla al suo interno anche il diritto dei medici ad essere obiettori).

Si parla, insomma, molto – e forse a volte anche troppo – di diritti. Ma quando c’è da rispettare la libertà di pensiero di chi non la pensa come te, sulla difesa dei diritti si tirano tutti indietro, pure il Consiglio d’Europa.

Anastasia Filippi

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.