Riceviamo da Paolo Gulisano questo pezzo, che verrà pubblicato anche dalla Bussola: ogni occasione è buona per promuovere l’aborto, anche le epidemie e le catastrofi naturali...
Il 2016 è iniziato all’insegna di Zika. E’ il virus del momento: quest’anno niente presunte aviarie o suine, e nemmeno il flagello autentico di Ebola, per ora circoscritto e neutralizzato. E’ Zika, il virus venuto dal Brasile e che, come vedremo, è legato a doppio filo con la tematica dell’aborto.
Zika – che in realtà non viene da Rio come dicono i mass media, ma dalle zone tropicali, quelle dove vive la zanzara del genere Aedes, che trasmette la malattia – in realtà non è una novità per la scienza medica. Era stato infatti individuato per la prima volta in Uganda, e il nome Zika è proprio quello di una località di questo Paese.
Il virus presenta la stessa modalità di trasmissione di malattie che fanno ogni anno centinaia di migliaia di morti – come la Malaria o la Febbre Gialla – senza che questo sconvolga l’opinione pubblica dell’Occidente.
Ma per Zika è diverso: il Brasile è il Brasile, terra di vacanza e divertimento, e dove la prossima estate ci saranno anche le olimpiadi. Quindi bisogna fare qualcosa. L’immancabile Obama si è già ha alzato subito la voce per chiedere ricerche veloci ed efficaci nella diagnosi e nella cura, e magari pure un vaccino.
A questo punto è doveroso chiedersi di che stiamo parlando. Perché improvvisamente si parla tanto di Zika?
Cominciamo a dire che cosa provoca: praticamente uno stato patologico simil-influenzale. Febbre, dolori muscolari e articolari, congiuntivite, spossatezza. Passa in una settimana senza lasciare strascichi. Ad oggi non si è verificato nessun caso di decesso. Evidentemente l’influenza, cui come si diceva assomiglia moltissimo nella sintomatologia, è decisamente più pericolosa.
Quindi perché tanto allarmismo? Perché Zika può tornare molto utile alle lobby abortiste che cercano di introdurre una normativa permissiva sull’aborto nel grande paese sudamericano. Ci sono infatti delle ipotesi, lanciate da alcuni ricercatori, e rilanciate anche da “avvocati e attivisti politici”, come dice la britannica BBC, che sostengono che si sta registrando negli ultimi anni in alcune zone del Brasile un significativo aumento delle microcefalie nei nuovi nati.
La microcefalia è un difetto congenito dello sviluppo embrionale, che può portare a morte il bambino, in una minoranza di casi, oppure a deficit neurologici e cognitivi. Per usare il linguaggio crudo con cui si sta cercando di spaventare le donne brasiliane, il bambino potrebbe essere un “ritardato mentale”.
Ora, l’allarme partito da alcuni ricercatori brasiliani, sta venendo amplificato dall’Organizzazione Mondiale della Salute, un organismo sempre più discusso e sempre meno autorevole, spesso per gli ingiustificati allarmismi divulgati negli ultimi anni, in particolare sulle presunte pandemie, che hanno portato all’apertura di inchieste per verificare anche eventuali interessi economici in queste operazioni. A seguito dell’OMS si è immediatamente accodata la International Planned Parenthood Federation, IPPF, una ben nota organizzazione impegnata nella diffusione di mezzi di controllo delle nascite, tra cui l’aborto.
Questo organismo, così come altri ambienti politici e culturali che da anni cercano di introdurre nella legislazione brasiliana il presunto “diritto” ad abortire, stanno utilizzando l’allarme Zika per ottenere una sorta di “legislazione d’urgenza” per l’epidemia. Un grimaldello per far saltare il divieto all’aborto.
Fu la stessa tattica usata a suo tempo in Italia. Nel 1976 la nube tossica provocata da un incidente all’azienda ICMESA, nel cuore della Brianza, fece gridare all’allarme per i “mostri” che sarebbero nati, e venne chiesta una liberalizzazione ad hoc dell’aborto. Due anni dopo la legge 194 trasformava “l’emergenza” in istituzione. E i mostri? Non ne nacquero, ma ormai il danno era fatto.
La “teratogenesi”, ossia la nascita di bambini con malformazioni, è un’arma tattica per creare paura e allarmismo che non fallisce mai. Come si fa a far nascere una creatura “infelice”? Meglio l’aborto pietoso, no? Eppure, come l’opinione pubblica purtroppo non sa, i difetti alla nascita sono presenti nel 3-5% di tutte le nuove nascite. Essi sono la principale causa di mortalità infantile negli USA.
Ora, quali sono i numeri di Zika? I casi di infettati, nel corso dell’ultimo anno, sono stati pari allo 0,04% della popolazione. I casi di microcefalia segnalati sempre in Brasile, sono pari allo 0,005 % dei nati.
Si può dire che le malformazioni congenite in Brasile sono decisamente inferiori agli Stati Uniti. Forse Obama dovrebbe preoccuparsi di più di quelle che sono le più comuni e accertate cause di malformazioni: il consumo di alcool, il fumo, l’uso di droghe, anche leggere, di farmaci, l’esposizione ambientale a determinati agenti chimici, tra cui vari tipi di idrocarburi, o radiazioni ionizzanti. Ce n’è di tutti i tipi. E se fosse più teratogeno un diserbante, un eccesso di uso di smartphone, o una canna piuttosto che Zika?
C’è da sottolineare un ulteriore aspetto: gli stessi ricercatori che hanno lanciato l’allarme-malformazioni causate da Zika, hanno usato un condizionale d’obbligo. La loro ipotesi deriva dall’osservazione che nelle aree in cui si sono avute più nascite con microcefalia si era avuto anche un riscontro di casi di Zika. Ma un nesso di questo tipo può essere anche casuale, come insegna la Statistica, e si devono trovare delle serie prove biologiche che esista una correlazione tra Zika e teratogenesi. Ma i fautori dell’aborto non sono interessati ad un serio lavoro scientifico, e magari una ricerca finalizzata all’eliminazione della malattia, o della sua causa, la zanzara.
Meglio creare le condizioni di terrore psicologico adatte per imporre anche in Brasile la cultura eugenetica e abortista.
Visto poi che l’appetito vien mangiando, qualche altro ricercatore ha avanzato l’ipotesi che ci possa essere anche una trasmissione sessuale. Solitamente in malattie di questo tipo, trasmesse da un vettore come la zanzara, Malaria in primis, non hanno una trasmissione interumana per via sessuale, ma vista l’occasione si potrà provvedere da parte dei sopracitati organismi ad una campagna a favore dell’uso del profilattico, magari con distribuzione massiva degli stessi.
Una nuova brutta pagina scritta dall’ideologia dello scarto...
Paolo Gulisano