Per contrastare l’aborto i social network possono rivelarsi davvero utili.
Oggi infatti attraverso questi strumenti si crea opinione pubblica o quantomeno si tenta di influenzarla.
E così in Cile, tra le tante iniziative di cui abbiamo già dato notizia (ad esempio qui e qui), il 16 agosto è stata lanciata su twitter la campagna “#SomosMillones por los Derechos Humanos del No-Nascido“ (Siamo milioni per i diritti umani del nascituro). Nel giro di soli dieci minuti, l’hashtag è diventato una tendenza.
Mentre al Senato si sta discutendo il disegno di legge che mira a legalizzare l’omicidio dei bambini non ancora nati (la Camera purtroppo ha approvato alcuni mesi fa), la società civile si è ribellata e sta utilizzando ogni strumenti pacifico per impedire che il Parlamento si macchi di questo orrendo delitto.
La campagna #SomosMillones è stata lanciata in questo momento perché il prossimo 23 ottobre si terranno le elezioni municipali in 346 comuni. Ora, poiché la stragrande maggioranza dei politici non guarda agli ideali, ma solo alla poltrona ed al potere – come ha dichiarato la promotrice della campagna Ana María Álvarez – l’unico modo per farli schierare a difesa del diritto alla vita del concepito e contro l’aborto è minacciare di non rieleggerli. Pertanto, chi aderisce all’iniziativa, invierà un messaggio ai parlamentari, ai sindaci e ai consiglieri comunali per ricordar loro che sono milioni i cileni contrari all’aborto: saranno quindi votati solo i politici che si impegneranno a difendere la vita.
A promuovere la campagna – è bene sottolinearlo – vi sono persone di diverse confessioni religiose e differenti idee politiche, ma tutte accomunate dalla consapevolezza che senza quello alla vita, tutti gli altri diritti sono impossibili: per capire ciò bastano il buon senso e la ragione.
«Vogliamo fermare le correnti distruttrici della nostra società – ha detto Álvarez –. Non possiamo parlare di solidarietà, equità, gratuità, se siamo ingiusti». E denunciando la schizofrenia che domina in Cile, così come in buona parte del mondo occidentale, in cui si lotta per il benessere di tutti, ma poi viene legittimata la soppressione dei bambini, ha avvisato: «Non possiamo avere giustizia sociale se siamo ingiusti nel ventre materno».
Redazione
Fonte: AciPrensa