Censura e sanzioni per chi mette in guardia dall’aborto su internet.
Questa la decisione presa dalla ministra francese per i “diritti delle donne”, Laurence Rossignol.
In occasione della ancora non ufficiale Giornata mondiale per l’accesso all’aborto legale e sicuro (ovvero all’omicidio, legale e sicuro, dei propri figli), la titolare del dicastero preposto alla causa femminile ha annunciato la presentazione, il prossimo 4 ottobre al Senato, di un progetto di legge volto a criminalizzare quanti sul web cercano di mostrare tutti i pericoli cui le donne che abortiscono vanno incontro. Si chiamerà “reato di intralcio all’aborto” e le sanzioni previste vanno da ammende fino a 30mila euro al carcere.
In Francia, peraltro, dal 1993 è illegale dare informazioni sulle alternative all’aborto davanti alle cliniche dove viene praticato.
«Mentire al fine di scoraggiare le donne dal ricorrere all’aborto, interferisce nelle loro scelte», sostiene la ministra, secondo la quale, quindi, tutti gli attivisti pro-life sono dei bugiardi. La signora Rossignol, poi – come riporta anche Zenit -, ha spiegato che il reato già vigente in Francia è stato efficace: le azioni davanti agli ospedali di quanti tentano, fino all’ultimo, di salvare madre e bambino dall’abisso, sono sparite. In un Paese dove vi sono più di 200mila aborti l’anno, oltretutto a carico dei contribuenti, questo dovrebbe essere motivo di orgoglio?
Nonostante le rassicurazioni di rito, l’obiettivo della proposta di legge è proprio la censura. La ministra vuole cancellare da internet ogni sito ed ogni pagina in cui viene spiegato, scientificamente, che l’aborto è un omicidio e che le donne vanno incontro a seri problemi psicologici e fisici, coinvolgendovi gli altri familiari. Soprattutto vuole impedire la conoscenza di tutte le valide alternative a questo delitto, perché sì, c’è sempre una soluzione per le gravidanze difficili ed indesiderate e non è certo l’eliminazione del bambino.
In pratica, ancora una volta, la liberté di cui la Repubblica francese si vanta viene calpestata. La viscontessa Marie-Jeanne Roland de la Platière, che aveva appoggiato la Rivoluzione del 1789 per poi finire ghigliottinata dai giacobini, lo disse chiaramente, prima di andare al patibolo: «Oh Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!». Proprio così. In nome della libertà di scelta, alle donne bisogna togliere la libertà di poter scegliere con cognizione di causa. Anche a costo della loro salute.
Federico Catani
Fonte: LifeSiteNews