Lifenews ha riportato una ennesima testimonianza sui metodi di “consulenza” in uso presso il più grande fornitore d’aborto degli USA: Planned Parenthood.
E’ il racconto di una giovane donna incinta, che voleva abortire. Si è sottoposta a una visita e ha chiesto di vedere lo schermo dell’ecografia che le stavano facendo. Il medico della PP ha detto: “E’ contro la nostra politica“. La donna, giustamente, ha detto di essersi sentita ingannata.
Più volte testimonianze e registrazioni video hanno dimostrato che gli impiegati della PP dicono alle madri che nel grembo portano del “tessuto fetale”, “niente”, grumi di cellule. Mentono sapendo di mentire.
I dati dimostrano che lasciar vedere alle madri l’ecografia del bimbo che portano in grembo e che l’informazione oggettiva sulla verità dell’aborto, riduce di molto il numero degli omicidi (e – non dimentichiamo – le depressioni post-aborto!).
Del resto, solo a seguito di una corretta informazione si può davvero esercitare quella “scelta” che è tanto sacrosanta per gli abortisti di ogni latitudine.
In America c’è chi ha presentato un disegno di legge volto a garantire il diritto delle donne di vedere l’ecografia del nascituro: che serva una legge per proteggere un tale interesse delle donne, in un Paese che si definisce democratico, civile e fondato sulla “libertà”, è davvero inconcepibile.
Planned Parenthood e altre strutture che forniscono aborti si oppongono strenuamente a una tale proposta perché dicono sia uno strumento “intimidatorio” nei confronti delle donne.
Lasciamo ai lettori (anche a chi fosse a favore dell’aborto) il compito di giudicare sulla questione con la propria testa.
Redazione