La controversia deontologico-professionale in cui è coinvolta la dottoressa Silvana De Mari, potrebbe essere a una svolta. Il procedimento disciplinare da parte dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi di Torino, tenutosi lo scorso venerdì, si è concluso con un rinvio. La decisione è di cruciale importante in quanto permetterà al noto medico, scrittrice e opinionista di mettere nero su bianco la propria memoria difensiva in merito alle accuse di omofobia che pendono sulla De Mari da tre anni. Decine e decine di pagine che diventeranno un libro, «un vero e proprio manuale», in cui Silvana De Mari, riprenderà tutti i capi di accusa e, uno per uno, ne dimostrerà l’invalidità. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Pro Vita & Famiglia, Toni Brandi, che, in una lettera al presidente dell’Ordine dei Medici torinese, Guido Giustetto, ha sottolineato l’ingiusta azione disciplinare a carico della De Mari, della quale mette in risalto il «curriculum ineccepibile», la «competenza», l’«umanità» e la «professionalità di livello certamente superiore a quella media dei medici e degli psichiatri».
Silvana De Mari era stata denunciata dal Torino Pride per una serie di affermazioni da cui era stata assolta, tranne il passaggio in cui affermava l’esistenza di un legame tra i movimenti lgbt e il tentativo di “normalizzare” o, quantomeno, accrescere la tolleranza verso la pedofilia. «Questo legame è dimostrato – ha ricordato De Mari a Pro Vita & Famiglia – dalla presenza di gruppi che incoraggiavano l’amore uomo-ragazzo. Il secondo processo è stato indetto dal circolo Mario Mieli».
Dottoressa De Mari, il mondo lgbt le fa la guerra da anni, ma l’opinione pubblica in generale da che parte sta?
«La gente è dalla mia parte. Lo dimostra la colletta straordinaria che è stata lanciata per coprirmi i 22mila euro di ammenda. Ho già raccolto 12mila euro, che è una cifra enorme, dei quali 1500 sono arrivati da CitizenGo. Evidentemente la gente vuole qualcuno che parli a suo nome. Tutto questo è una conferma del fatto che costringere la popolazione a pagare con i suoi soldi i Pride dove la loro religione è offesa o finanziare col suo denaro circoli gay è ritenuto non giusto».
Anche il presidente di Pro Vita & Famiglia, Toni Brandi, si è mosso in sua difesa…
«Sono enormemente grata all’amico Toni Brandi, così come sono enormemente grata a tutti coloro che mi stanno mandando messaggi di solidarietà. Questi messaggi sono preziosi e non vanno persi. Per questo ho deciso di riportarli nel libro che scriverò a mia difesa. Anche il messaggio del presidente Brandi sarà presente nel mio libro».
Come sarà impostato il libro?
«Consisterà nella mia memoria difensiva e sarà di decine e decine di pagine, poiché la convocazione [https://www.
Cosa insegna, a suo avviso, la sua vicenda giudiziaria?
«Credo di aver dimostrato che si possa tener testa al movimento LGBT. L’unica cosa che mi dispiace è il boicottaggio dei miei libri. A tutti coloro che sono dalla mia parte chiedo di comprare il mio libro. Una delle armi è il boicottaggio, come è stato dimostrato nel caso Barilla o nel caso Dolce & Gabbana. Se noi riusciamo a far fallire un boicottaggio LGBT, abbiamo tolto loro l’arma principale».
di Luca Marcolivio