03/05/2016

Adozioni gay, non per legge, ma per sentenza

Le adozioni gay non sono ancora legali, ma i magistrati – che dovrebbero essere soggetti alla legge, ex art. 101, 2°comma, Cost. – le concedono per sentenza.

La stepchild adoption non solo non è legale, ma anzi, è stata esclusa dal ddl che dovrà disciplinare le unioni civili in Italia: per alcuni giudici del Tribunale di Roma, evidentemente, non importa.

La notizia è riportata, tra gli altri, dal Corriere della Sera. L’ex presidente del Tribunale minorile di Roma, Melita Cavallo, ha di fatto consentito l’adozione del figlio del partner” ad una coppia d’eccezione: quella composta dalla presidentessa dell’associazione Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia e dalla sua compagna Laura Terrasi. Alle due donne è stato infatti concesso di adottare a vicenda i tre figli, due avuti da una e uno dall’altra, grazie al ricorso alla fecondazione artificiale all’estero. Le due erano state ‘sposate’, in barba alla legislazione vigente, in Campidoglio, quando l’allora sindaco Ignazio Marino decise di trascrivere in un arbitrario registro delle unioni civili il legame che le due donne avevano contratto all’estero.

La sentenza, come ha dichiarato in una conferenza stampa la stessa Grassadonia, è ormai “definitiva, in quanto nessuno ha fatto appello nei termini previsti dalla legge”. Con questo abuso, però, non si legittima l’adozione per le coppie omosessuali ‘in casi particolari’ (anche se il riconoscimento della nuova famiglia è soltanto nei riguardi dei genitori: non si estende, infatti, ai nonni e i bambini non saranno tra loro considerati fratelli): perché il dispositivo della sentenza vale solo per il caso in questione. Certamente sarà un precedente comodo per chi vorrà perseverare nell’abuso.

Il Tribunale minorile di Roma non è nuovo a questo tipo di sentenze ‘creative’ che non applicano la legge vigente, che, meglio ricordarlo, non prevede in alcun modo l’adozione di figli da parte di coppie omosessuali, neanche nel caso in cui si tratti dei figli biologici di uno dei due componenti della coppia, ma che sono dei veri e propri proclami in favore dell’ideologia che sottende una certa linea politica: quella del riconoscimento del ‘matrimonio ugualitario’ per gli omosessuali. Già un’altra volta, infatti, lo stesso tribunale aveva riconosciuto quest’anno l’adozione del figliastro, la cosiddetta stepchild adoption, ad un’altra coppia di donne e ad una coppia di uomini.

Ma come possono i tribunali violare così smaccatamente il principio della separazione dei poteri? Come possono calpestare i principi fondamentali dello Stato di diritto che è premessa necessaria della democrazia? La famosa adozione del figliastro non sarà legale neanche se fosse approvato il ddl sulle unioni civili. Eppure i tribunali del Paese continuano a scavalcare il Parlamento, e quindi i cittadini.

E lo fanno, inoltre, ben volentieri quando si tratta di personaggi ben in vista della comunità LGBT. Come abbiamo più volte ricordato, inoltre, la stepchild adoption per le coppie omosessuali alimenta il vergognoso business dell’utero in affitto e della compravendita di ovociti e sperma (qui un video esplicativo). Pratiche vietate in Italia, ma legittimate di fatto nel nostro Paese con sentenze come quella del tribunale di Roma, che calpestano deliberatamente la legge italiana.

Anastasia Filippi


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