10/10/2022 di Luca Marcolivio

Affissioni rimosse a Pontedera. Arcenni (FdI): «Nessuna legge violata, Comune deve amministrare per tutti»

Anche il Comune di Pontedera - come altri in Italia, tra i quali Novate Milanese - ha ordinato la rimozione dei manifesti di Pro Vita & Famiglia. L’unica affissione messa in campo nella località toscana, in piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, è stata fatta togliere con la motivazione, ormai trita, che “la teoria del gender non esiste”. Così si è espressa l’assessore alle Politiche Sociali a Pontedera, Carla Cocilova, dichiarando di aver “ricevuto molte segnalazioni di persone che appunto si sono sentite colpite dall’esposizione di un messaggio del genere”. L’assessore ha anche definito “strumentale” l’immagine del bambino nel manifesto.

Una secca replica alla misura della giunta di Pontedera arriva da Matteo Arcenni (Fratelli d’Italia), consigliere a Terricciola, altro Comune del pisano, che, contattato da Pro Vita & Famiglia, si è espresso a difesa della campagna, ricordando che non è stata violata nessuna legge, né tantomeno la Costituzione.

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Arcenni, cosa è successo con i manifesti di Pro Vita & Famiglia al Comune di Pontedera?

«Pochi giorni dopo che l’associazione aveva fatto affiggere i manifesti dell’ultima campagna, l’amministrazione comunale li ha fatti rimuovere. Al di là del tema specifico trattato, mi sembra una mossa gravissima: un’amministrazione comunale non può prendersi la responsabilità di censurare una pubblicità o una propaganda che venga svolta nel rispetto delle leggi e della Costituzione. Mi sono quindi sentito in dovere di intervenire pubblicamente per criticare l’operato dell’amministrazione di Pontedera, pur non essendo consigliere in quel Comune ma a Terricciola. La Costituzione prevede la libertà di pensiero, quindi l’atto predisposto dalla Giunta di Pontedera va anche contro la Costituzione. In nessuna parte del mondo andrebbe impedita la libertà di pensiero o di religione. Visto che i consiglieri della maggioranza a Pontedera si definiscono “democratici”, è ironico constatare che per loro la libertà di pensiero vale solo quando riguarda il loro pensiero o i temi che stanno a cuore a loro. Quando si parla di temi che loro non condividono, allora fanno rimuovere i manifesti, come è avvenuto ai danni di Pro Vita & Famiglia, che, oltre a non violare la legge, aveva pagato di tasca propria le affissioni».

Secondo lei, cos’è che ha dato più fastidio ai rappresentanti della maggioranza di Pontedera?

«La loro visione del mondo è molto vicina alle teorie gender, è la sinistra più retrograda che ci sia sul palcoscenico italiano. I temi portati avanti nelle campagne di Pro Vita & Famiglia si rifanno a una visione cristiana della società: riguardo alla questione dei manifesti, non è ancora intervenuta l’arcidiocesi di Pisa, quindi auspico che vi sia anche una presa di posizione da parte del clero locale. Ribadisco che non si può togliere alle persone il diritto di esprimere le proprie opinioni, tanto più se non vanno contro nessuna legge. Se fossero usciti manifesti che inneggiavano al razzismo o ad altre azioni da condannare, allora avremmo potuto dire: “Hanno fatto bene a rimuoverli”. Se si ritiene che le battaglie di Pro Vita & Famiglia non siano corrette, anzi siano illegali, allora l’autorità dovrebbe avere il coraggio di sciogliere l’associazione, con gli strumenti che ha a disposizione. Lo stesso Comune di Pontedera, se ritenesse che la campagna violi delle leggi, prima di far rimuovere i manifesti, dovrebbe sporgere denuncia: dal momento in cui quella campagna è perfettamente legale, non hanno denunciato nulla».

L’episodio capitato a Pontedera non ha nulla di nuovo: negli ultimi cinque anni, rimozioni analoghe sono state predisposte in vari altri Comuni, tra cui Roma e Milano Sembra quasi che, per Pro Vita & Famiglia, la possibilità di svolgere portare avanti campagne debba essere subordinata al colore politico delle giunte locali…

«Un’amministrazione comunale dovrebbe amministrare nell’interesse pubblico per tutti i cittadini, non solo per chi li ha votati. Sarebbe troppo facile rendere servizio soltanto alla propria parte. Anche per questo un’amministrazione comunale non può portare avanti battaglie etiche nei confronti di un’associazione. In nessun Comune si può impedire la libertà di pensiero, altrimenti non saremmo più in democrazia. Nel mio piccolo mi batterò perché tutti possano esprimere la loro opinione. Questo lo insegnava Voltaire: non condivido le tue idee ma darei la vita perché tu possa esprimerle. Ognuno si farà le proprie opinioni ma, specialmente sui temi etici, un’amministrazione comunale dovrà essere al di sopra delle parti. I temi etici non si confanno al ruolo del Consiglio Comunale, quindi non capisco perché un Comune debba arrogarsi il diritto di dire quali manifesti si possono affiggere e quali no. Questa battaglia l’avrei fatta anche a parti inverse: se ci fosse stata un’amministrazione di centrodestra che avesse censurato manifesti di segno opposto ai principi di Pro Vita & Famiglia, avrebbe ugualmente sbagliato, andando contro la libertà di pensiero. Ciò detto, mi auguro che Pro Vita & Famiglia porti avanti delle azioni legali per tutelare il diritto a portare avanti le proprie battaglie, visto che sono perfettamente in linea con la legge e con la Costituzione».

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