Purtroppo è soltanto l’ultima di una lunga serie di aggressioni contro un’iniziativa pubblica di Pro Vita & Famiglia. Stiamo parlando di quanto accaduto venerdì scorso a Bologna, in piazza XX Settembre, al momento della proiezione di Baby Olivia. Per giunta, nel gruppo dei manifestanti, i quali volevano censurare la proiezione, erano presenti anche alcune figure istituzionali del comune di Bologna: i consiglieri Giulia Bernagozzi (PD), Mery De Martino (PD) e Detjon Begaj (Coalizione Civica). A riferire e a commentare quanto accaduto a Pro Vita & Famiglia è stato Francesco Perboni, referente per la onlus a Bologna.
Cosa è successo esattamente alla presentazione del video Baby Olivia a Bologna?
«Durante la proiezione del video, mentre noi cercavamo di fare qualche intervista ai passanti per sensibilizzare sul tema dell’inizio della vita umana dal concepimento e delle fasi di sviluppo del concepito fino alla nascita, un gruppo di partiti di sinistra (tra cui Volt Italia), di collettivi transfemministi, con la presenza fra loro di alcuni consiglieri comunali, si sono radunati per impedire la nostra manifestazione autorizzata. Il nostro evento, appunto, era autorizzato, il loro no e senza alcun permesso hanno usato il megafono per fare una sorta di comizio, hanno gridato volgarità contro di noi, intimidendo anche i passanti, hanno fatto volantinaggio e affisso alcuni volantini, hanno tentato di staccare i cavi audio del maxi schermo, hanno colpito le nostre telecamere, ci hanno lanciato preservativi e mostrato le natiche. Per parte nostra abbiamo inizialmente tentato un dialogo, chiedendo loro un confronto, ma non hanno voluto. Quando la situazione sembrava davvero intollerabile le forze dell’ordine hanno imposto loro di mantenere una certa distanza e, quantomeno, ci hanno lasciato lo spazio della piazza, ma loro non hanno mai smesso di urlare e insultare, anche col megafono».
Al momento dell’aggressione erano presenti tre consiglieri della maggioranza: come giudica questo loro “contributo”?
«Da un consigliere comunale ci si aspetterebbe una comprensione delle fondamentali regole della democrazia e la capacità di sostenere un confronto aperto sui temi etici e politici sollevati dalla nostra proiezione, che non presentava altro che semplici dati scientifici reperibili da chiunque. Al contrario, questi consiglieri hanno deciso di rifiutare ogni confronto razionale e hanno presenziato ad una contromanifestazione abusiva divenuta poi anche aggressiva. In seguito questo tentativo di censura ha scandalosamente trovato anche l’appoggio esplicito del Comune, che ha pubblicato un comunicato addirittura di “sdegno” rivolto alla nostra iniziativa. Episodi come questo dimostrano che la nostra società sta scivolando sempre più lontano dalla democrazia, sospinta da ideologie totalitarie, abbracciate e promosse dalla maggioranza. Consiglieri comunali che stanno in mezzo al gruppo di chi gioca ad urlare più forte, di chi minaccia con la violenza; un Comune che fa cortocircuito logico e prima dà i permessi per la nostra manifestazione, poi dà il suo sostegno a una contromanifestazione non autorizzata per censurare la nostra, fanno pensare davvero che la democrazia sia per loro solo una facciata».
Per quale motivo un video come quello di Baby Olivia - i cui intenti sono tutt’altro che ideologici o divisivi - suscita così tanta acredine?
«Il video meraviglioso di una bambina che viene concepita, cresce piano piano, sviluppa un legame con la sua mamma, con il suo papà e con chi la accoglierà fa paura. Oggi siamo arrivati a questo. Quel video fa paura perché mostra la verità, la realtà. È evidente che non eravamo noi volontari di Pro Vita & Famiglia a suscitare l’acredine e la rabbia rancorosa con cui i manifestanti si sono scagliati su di noi, ma la realtà stessa, la verità. Il video dà fastidio perché mostra la verità dei fatti. Se è vero, come dicono, che il concepito non è altro che un grumo di cellule, e che espellerlo è come tagliare un’unghia, o un capello, come mai fa così male vederlo? Come mai non si può far ascoltare il battito cardiaco di un piccolo essere umano, per rendere consapevole fino in fondo le persone della realtà concreta dei fatti? L’ideologia non vuole la realtà né la scienza, vuole oscurarle con la violenza. I manifestanti gridavano: “la scienza è nostra!”. No, la scienza è di tutti. E la verità è più forte dell’ideologia, si afferma da sola, mostrandosi semplicemente, e vince sempre».
Il tour di Baby Olivia prosegue e oggi, 26 luglio, sarà ad Ancona: teme possano ancora ripetersi episodi come quello di venerdì scorso?
«Sinceramente spero di no, anche se, vista la risonanza che questa campagna sta avendo, mi aspetto certamente che i violenti e i radicali si organizzino anche altrove per sfoderare nuovamente il loro oscurantismo e tentare di nascondere la realtà scientifica con la violenza. Ringrazio le forze dell’ordine per il loro lavoro, e invito la politica, e tutti i cittadini bolognesi e italiani a rendersi conto della pericolosa deriva antidemocratica promossa dal PD e dalla sinistra; e anche a rendersi conto dell’importanza di ciò che facciamo noi di Pro Vita & Famiglia. Se non possiamo più dire, nel modo più semplice, pacato e scientifico, che la vita umana comincia dal concepimento in una piazza, senza subire attacchi anche fisici e tentativi di censura, significa che la pressione della loro violenza ha già conquistato lo spazio pubblico e la cultura, e chi non fa nulla glielo ha permesso».