Il governo bulgaro ha dichiarato che non chiederà al parlamento di ratificare la Convenzione di Istambul.
Alla vigilia della Giornata internazionale della donna, il primo ministro Boyko Borisov ha affermato che vi sono state reazioni molto dure da parte della Chiesa ortodossa bulgara e della minoranza musulmana del paese.
A gennaio, il governo conservatore di Borisov aveva chiesto al parlamento di ratificare la cosiddetta Convenzione di Istanbul, che finora è stata ratificata da 28 paesi, tra cui 17 stati membri dell’UE.
Ma Sofia è stata costretta a soprassedere per via delle proteste sulle parti del testo che veicolano l’ideologia di genere. Anche tra gli alleati di governo di Borisov c’è chi sostiene che la Convenzione di Istambul apre la strada al matrimonio omosessuale e incoraggia l’educazione nelle scuole a ruoli di genere non stereotipati per promuovere l’omosessualità, il travestitismo ecc.
La Bulgaria attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’UE.
A febbraio, anche il governo della Slovacchia ha rifiutato di ratificare la Convenzione di Istanbul.
Il primo ministro Robert Fico ha affermato che il trattato potrebbe indebolire la definizione costituzionale del matrimonio come unione di un uomo e una donna.
Redazione
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